Mercati euforici post voto USA, ora il test BoE e FED | Investire.biz

Mercati euforici post voto USA, ora il test BoE e FED

05 nov 2020 - 12:30

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I mercati finanziari reagiscono positivamente alla quasi ufficialità del nuovo Presidente USA, mentre oggi BoE e FED detteranno le linee della loro politica monetaria

  • Borse mondiali in rialzo dopo che Joe Biden è in dirittura d'arrivo a conquistare la presidenza degli Stati Uniti;
  • La BoE allarga il piano di acquisto di obbligazioni e annuncia previsioni cupe per l'economia britannica;
  • Stasera la FED non dovrebbe regalare grosse sorprese in attesa dell'ufficialità alla Casa Bianca per il nuovo presidente

 

Joe Biden bussa alla Casa Bianca. Ormai mancano una manciata di voti per il 77enne leader dei Democratici per consacrarsi nuovo Presidente degli Stati Uniti. I giochi sembrano fatti e i mercati reagiscono con euforia. La babele dei conteggi elettorali per posta e del ricorso alla Corte Suprema sembra più un tentativo disperato di Donald Trump di rovesciare un verdetto che lo vede sconfitto, seppur di poco.

Questo profilarsi di una maggiore chiarezza quindi ha ridato sprint alle Borse che piazzano rialzi ovunque. L'attenzione ora è rivolta alle Banche centrali, con il Governatore della BoE Andrew Baley che prenderà la parola alle 13:30 ora italiana e il numero uno della FED Jerome Powelli atteso questa sera alle 20:30 in conferenza stampa, a margine della consueta riunione mensile del FOMC.

 

BoE: un nuovo intervento per rilanciare la ripresa

La Banca Centrale d'Inghilterra intanto ha deciso stamattina di aumentare lo stimolo monetario per l'economia britannica in grave contrazione. Londra acquisterà fino a 895 miliardi di sterline di assets e in particolare 150 miliardi di obbligazioni in più rispetto al previsto. Nel contempo mantiene i tassi allo 0,1%, ma mette allo studio la possibilità di portarli in territorio negativo per la prima volta nella storia.

Le sfide da affrontare nei prossimi mesi non riguardano solo il Covid-19, ma è in gioco anche il rapporto futuro con l'Europa condizionato da Brexit. E le previsioni per l'economia britannica non sono molto edificanti. Secondo le stime della BoE, quest'anno il PIL dovrebbe crollare dell'11%, mentre nelle precedenti previsioni veniva dato in calo del 9,5%.

La seconda ondata di contagi entrerà in rotta di collisione con la crescita del 2021, che non sarà più del 9% come pronosticato nell'ultima riunione ufficiale, ma si assesterà intorno al 7,25%. Per aspettare una ripresa tale che riporti il Paese allo stato pre-pandemico bisognerà attendere il 2022, posto che non ci saranno altri eventi depressivi.

Tali considerazioni dipingono uno scenario nebuloso, soprattutto in considerazione del taglio di rating alla Gran Bretagna inflitto da Moody's il 16 di ottobre. Tuttavia, la Sterlina ha reagito bene e ha guadagnato terreno nei confronti del Dollaro USA superando di slancio la soglia psicologica di 1,30.

 

FED: pausa di riflessione in attesa del nuovo Presidente?

Le elezioni americane ancora non del tutto definite probabilmente congeleranno qualsiasi annuncio roboante da parte della FED questa sera. Una mano la daranno i mercati che per il momento non stanno causando grattacapi a Powell. Quindi la Banca Centrale USA si sentirà meno sotto pressione e potrebbe prendersi una pausa confermando quanto deciso nell'ultima riunione in merito ai tassi di interessi e alle previsioni sul mercato del lavoro e sull'inflazione.

Diverso invece sarà il discorso con riferimento ai prossimi mesi. Se verrà confermato ciò che si sta delineando, ovvero Joe Biden prossimo Presidente USA e il Senato ai Repubblicani, il piano fiscale promesso da entrambi gli schieramenti al Congresso difficilmente vedrà la luce nelle dimensioni sperate.

Di fronte a stimoli fiscali ridimensionati, la FED sarà chiamata a intervenire con maggiore incisività per combattere la crisi economica, nel tentativo di rilanciare crescita e occupazione. A partire da domani già un segnale arriverà dal mondo del lavoro, con gli analisti che si aspettano 600 mila nuovi occupati in più e un tasso di disoccupazione al 7,7%. A giudizio di molti, l'occupazione americana potrebbe richiedere diversi anni prima di riprendersi completamente, per questo quello della FED sarà un ruolo chiave per velocizzare il processo arginando per il momento la piena.

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