I Decrement Indices sono versioni modificate di indici azionari tradizionali, creati appositamente per semplificare la costruzione e la gestione dei prodotti strutturati, come i certificati d’investimento.
A differenza di un indice price return, che riflette solo l’andamento dei prezzi, o di un total return, che reinveste i dividendi, un decrement index sottrae ogni giorno un “dividendo contratto”. Questo importo, espresso in punti indice o in percentuale annua, è fisso e predeterminato e non rappresenta i reali dividendi distribuiti dalle aziende del paniere.
La sottrazione regolare consente alla banca strutturatrice di eliminare l’incertezza legata ai dividendi futuri, rendendo il pricing delle opzioni più stabile nel tempo. Vediamo tutti i dettagli.
Un meccanismo matematico semplice ma incisivo
Il funzionamento di un decrement index è concettualmente lineare: ogni giorno, il valore dell’indice viene aggiornato sottraendo una quota costante o proporzionale. Se ad esempio l’indice sottostante ha un decremento del 5% annuo, ogni giorno ne verrà dedotta una frazione pari a circa lo 0,0198%.
Nel caso di un decremento fisso, la sottrazione è sempre uguale, indipendentemente dal livello dell’indice. Questa logica introduce una dinamica particolare: più l’indice sottostante scende, più l’impatto della sottrazione giornaliera risulta pesante in termini percentuali. In altre parole, il decremento fisso può diventare penalizzante in mercati laterali o ribassisti.
Il ruolo strategico nei certificati strutturati
Il principale motivo per cui i decrement indices vengono utilizzati è la possibilità di rimuovere dal pricing delle opzioni la variabile più difficile da modellare: il dividendo futuro. Nei certificati autocallable, che possono durare anche 6 o 7 anni, i dividendi attesi giocano un ruolo critico nella valutazione delle opzioni embedded.
Usando un indice decrementato, la banca elimina questo rischio e ottiene maggiore prevedibilità nei modelli di pricing. Questo si traduce in strutture più competitive, cedole più elevate o barriere più protettive per l’investitore, pur mantenendo margini sostenibili per l’emittente.
Percentuale o fisso: due approcci con impatti diversi
I decrement indices possono essere costruiti in due modi distinti: con un decremento percentuale o con un decremento fisso in punti indice. Il primo è più equilibrato, poiché la sottrazione giornaliera si adatta al livello dell’indice.
Il secondo, invece, introduce una componente di "path dependency", ovvero rende l’andamento dell’indice sensibile non solo al risultato finale, ma anche al percorso fatto per arrivarci. In fase di mercato ribassista, un decremento fisso tende ad amplificare le perdite, dato che la sottrazione è costante anche quando l’indice ha già perso valore. Per questo motivo, i decrementi fissi vengono utilizzati con cautela e più spesso nei certificati con barriera.
La diffusione in Europa e il caso italiano
In Europa, l’utilizzo dei decrement indices è in rapida espansione, in particolare in Francia, dove rappresentano una componente consolidata nella strutturazione dei certificati. In Italia, la crescita è più recente ma significativa.
Attualmente si contano quasi 200 certificati con sottostanti a decremento, di cui la maggior parte sono a capitale protetto incondizionato e utilizzano decrementi percentuali. I prodotti con barriera, invece, includono anche indici a decremento fisso, grazie alla maggiore flessibilità che offrono in fase di costruzione e pricing.
Cosa deve sapere l’investitore prima di acquistare
Per l’investitore finale, la presenza di un decrement index come sottostante può rappresentare un’arma a doppio taglio. Da un lato, consente di accedere a strutture più ricche, con cedole più elevate o protezioni più ampie.
Dall’altro, introduce una componente sintetica che può allontanare il rendimento teorico da quello effettivamente percepito. In particolare, un decremento elevato o fisso può erodere nel tempo il valore del sottostante, soprattutto se il mercato non cresce in modo sostenuto.
Per questo è essenziale comprendere la differenza tra il rendimento dell’indice originale e quello decrementato, e valutare attentamente l’impatto della struttura prima di investire.