Le azioni cinesi si sono ritirate negli ultimi mesi, sottoperformando il mercato azionario dell’area Asia-Pacifico. Rispetto ai massimi di ottobre, l’MSCI China ha perso all’incirca 6 punti percentuali, a fronte di un guadagno di oltre l’1% dell’MSCI Asia Pacific. Anche considerando il periodo dai minimi di aprile a oggi, l’indice cinese è salito di circa un terzo, risultando inferiore di circa quattro punti percentuali rispetto al benchmark più ampio.
Sono diversi i motivi per cui gli investitori hanno preferito vendere le azioni della seconda potenza economica mondiale. In primo luogo, il Paese ha mostrato un rallentamento economico interno, con una crescita più lenta del previsto, consumi e investimenti industriali al di sotto delle aspettative. Tutto ciò accompagnato da una crisi immobiliare che continua a pesare sul sentiment degli investitori.
In secondo luogo, il settore tecnologico subisce ancora la pressione di anni di strette regolamentari e sanzioni contro alcune grandi società, nonostante le autorità di Pechino abbiano recentemente cambiato atteggiamento. In sostanza, il mercato rimane cauto sul futuro della redditività delle aziende tecnologiche cinesi.
Terzo, l’incertezza sui programmi di stimolo governativo rappresenta un freno agli investimenti nell’economia reale, con effetti diretti sul mercato azionario.
Azioni cinesi: sono da comprare ora?
Gli strategist di JP Morgan Chase ritengono che il calo degli ultimi tempi sia un’occasione per entrare a mercato sulle azioni cinesi e, per questo, hanno raccomandato un “sovrappeso”. In una nota, il team guidato da Rajiv Batra ha scritto che “l’adozione dell’intelligenza artificiale, le misure di stimolo al consumo e le riforme della governance” costituiranno fattori di supporto per l’azionariato cinese.
Gli esperti aggiungono che, in realtà, il mercato azionario cinese si trova nelle prime fasi di ripresa dopo il grande crollo iniziato alla fine del 2020. Quindi, “le valutazioni rimangono accettabili e la posizione ancora leggera”, si legge nella nota.
In genere, le azioni asiatiche sono più propense a ottenere guadagni moderati o eccezionali nel 2026, grazie agli stessi venti favorevoli che sosterranno le azioni cinesi, osservano gli strategist. La banca ha un giudizio di “sovrappeso” anche sulle azioni di Hong Kong, Corea del Sud e India; “neutrale” su Taiwan; e “sottopeso” riguardo al Sud-est asiatico.
Di parere diverso sono gli analisti di Morgan Stanley, secondo cui il prossimo anno si entrerà in una fase di consolidamento nei mercati cinesi, in un contesto di “prospettive incerte per gli utili aziendali e valutazioni elevate”.