Lo yen ha dilapidato tutto il guadagno conseguito sul dollaro Usa oggi dopo l'accordo trovato sui dazi tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la delegazione del Giappone. La valuta nipponica aveva guadagnato fino a 0,3 punti percentuali a 146,20 sul biglietto verde prima di riportarsi sulla parità a 146,69.
L'intesa tra Washington e Tokyo prevede che le importazioni americane dal Giappone saranno assoggettate a una tariffa del 15%, con un taglio notevole rispetto al 25% che Trump aveva minacciato a partire dal 1° agosto. Questo finisce per avere un impatto notevole in particolare sul settore dell'automotive giapponese, che rappresenta circa un quarto dell'export del Paese verso gli USA.
In cambio, la seconda economia asiatica accetterà auto e camion costruiti secondo gli standard di sicurezza dei veicoli a motore statunitensi, senza sottoporli a requisiti aggiuntivi. Si tratta di un passo molto importante nell'ambito della vendita in Giappone di mezzi di trasporto costruiti negli Stati Uniti. Inoltre, è stata concordata la creazione di un fondo da 550 miliardi di dollari per effettuare investimenti negli USA.
In tutto questo, lo yen ha tratto inizialmente vantaggio sul mercato valutario, ma poi gli investitori hanno pesato altri fattori che possono impattare negativamente sulla divisa come le prospettive politiche del Paese dopo l'esito delle ultime elezioni che ha lasciato un quadro governativo incerto.
"Il fatto che lo yen sia salito sulla scia dell'annuncio dell'accordo, anche se brevemente, suggerisce che i mercati hanno percepito il tasso tariffario del 15% concordato come un buon risultato per il Giappone", ha detto Carol Kong, strategist della Commonwealth Bank of Australia a Sydney. "Ora che è stato raggiunto un accordo, mi aspetto che i mercati spostino nuovamente la loro attenzione sulle prospettive fiscali del Giappone, con rischi orientati a un'ulteriore debolezza dei JGB e dello yen".
Yen: in arrivo una nuova fase di carry-trade?
Le elezioni di domenica scorsa che si sono tenute in Giappone in cui il primo ministro Shigeru Ishiba ha perso la maggioranza della Camera Alta sanciscono di fatto un'
instabilità politica nel Paese che potrebbe condizionare la politica monetaria della Bank of Japan. Ishiba dovrebbe scendere a patti con i partiti di opposizione, magari aprendo i cordoni della Borsa del governo, mentre il governatore della BoJ Kazuo Ueda potrebbe rallentare il rialzo dei tassi di interesse vista la situazione che rischia di riverberarsi negativamente sull'economia. In entrambi i casi, lo yen potrebbe essere sotto pressione.
Tassi più bassi però fornirebbero un assist agli operatori del carry trade, che da quando la Banca centrale ha iniziato il ciclo di aumenti del costo del denaro, hanno diminuito l'operatività. La strategia del carry trade che coinvolge lo yen consiste nel prendere a prestito in valuta giapponese pagando un costo del finanziamento basso, per investire in divise più redditizie come il dollaro americano.
In questo modo si trae profitto dalla differenza dei rendimenti tra le due valute. Lo scorso agosto il carry trade è imploso sul rialzo inaspettato dei tassi da parte della BoJ, ma la prospettiva che ciò accada nuovamente sembra meno probabile, data l'incertezza che circonda la posizione di Ishiba.
"Mentre Ishiba ha promesso di rimanere, le speculazioni e le pressioni per una potenziale dimissione stanno crescendo", ha detto Freddy Wong, responsabile del reddito fisso Asia-Pacifico presso Invesco Ltd. a Hong Kong. "Il cambiamento del panorama politico potrebbe anche spingere la BoJ a ritardare l'aumento dei tassi, contribuendo a sostenere l'attività di carry-trade dello yen".
Oggi Ishiba ha smentito le indiscrezioni dei media secondo cui sarebbe pronto ad annunciare le sue dimissioni, ma ciò non toglie che la sua posizione rimanga in bilico. "C'è una reale possibilità che Ishiba debba dimettersi", ha detto Go Tanuma, Amministratore delegato dell'hedge fund Go Fund. "Le turbolenze politiche stanno rendendo più difficile per gli investitori esteri giustificare l'acquisto di yen, quindi c'è spazio per l'estensione dei carry trade a breve termine".