In un mercato che ha visto soccombere tutte le principali divise rispetto al dollaro USA dopo il trionfo di Donald Trump alle elezioni americane, la sterlina in questo momento sembra essere diventata una valuta rifugio. Per un certo periodo la moneta britannica è stata bersagliata dagli investitori sulle aspettative che la
Bank of England sarebbe diventata estremamente aggressiva sul taglio ai tassi di interesse. Le vendite si sono intensificate a seguito della presentazione alla fine di ottobre del bilancio da parte del governo che ha sollevato preoccupazioni per la sostenibilità fiscale della Gran Bretagna.
Ora però la sterlina ha ritrovato smalto, essenzialmente per tre ragioni. In primo luogo, la BoE ha tagliato il costo del denaro di un quarto di punto la scorsa settimana, ma ha anche omesso di parlare di ulteriori allentamenti. Dopo la riunione, i trader hanno ridotto dal 25% al 16% la probabilità di un altro taglio di 25 punti base a dicembre. "Il premio per il rischio politico in GBP è diminuito di nuovo, soprattutto con la BoE che ha calmato i mercati con il suo approccio graduale ai tagli dei tassi", ha detto Kirstine Kundby-Nielsen, strategist valutario di Danske Bank A/S.
In secondo luogo, il Regno Unito potrebbe uscirne vincitore, o comunque non perdente, dalla politica trumpiana di innalzamento dei dazi commerciali. Questo perché la sua economia si basa soprattutto sui servizi e quindi le sue aziende verrebbero molto meno danneggiate con l'inasprimento delle tariffe USA rispetto a quelle europee.
Infine, le turbolenze nell'UE, con la Germania che va verso nuove elezioni, favoriscono la sterlina rispetto all'euro. "Le elezioni tedesche stanno pesando sul sentiment, Trump sta pesando sui titoli del Tesoro", ha detto Kathleen Brooks, direttore della ricerca di XTB. "Il Regno Unito è l'obbligazione sovrana meno brutta nel breve termine".
Sterlina: dove potranno andare i prezzi?
Nel breve termine, il mercato delle opzioni sulle valute segnala acquisti di sterline e gli analisti in buona parte si allineano a uno scenario rialzista.
Kundby-Nielsen prevede che la sterlina salirà a 1,31 dollari da poco oltre 1,29 e a 0,81 per euro rispetto ai circa 0,83, nei prossimi sei mesi. JP Morgan Chase, Credit Agricole e Jefferies ritengono che la sterlina sovraperformerà contro yen e altri cross valutari non in dollari per via di "un ritmo più lento di tagli dei tassi della BoE".
Brad Bechtel, responsabile delle valute presso Jefferies, sconsiglia di posizionarsi sulla sterlina al rialzo in confronto al dollaro USA. "Mentre la sterlina si trova in una posizione molto diversa rispetto agli altri omologhi del G10, il dollaro ha spazio per avanzare sulle aspettative che la Federal Reserve dovrà contrastare le politiche inflazionistiche di Trump con meno tagli dei tassi", ha affermato.
Infatti, se il tycoon metterà in pratica le sue politiche di inasprimento dei dazi, stretta all'immigrazione e abbassamento delle tasse alle società, è probabile che negli Stati Uniti si inneschi una nuova spirale inflazionistica. Secondo gli economisti, questo metterebbe pressioni sulla Fed a intervenire alzando i tassi di interesse o comunque a tenerli alti per un periodo più lungo.