La posizione della sterlina continua a indebolirsi nel mercato delle valute. La divisa britannica oggi ha toccato il livello più basso dal 28 luglio nei confronti dell'euro, dopo i dati sulle esportazioni del Regno Unito che hanno mostrato la diminuzione della domanda più forte dal mese di aprile. La sterlina ora è sulla buona strada per la quarta perdita mensile consecutiva rispetto alla valuta unica. Si tratta della serie più lunga degli ultimi sette anni.
Sterlina: cosa dice il mercato delle opzioni
Il sentiment negativo sulla valuta di Sua Maestà è confermato dal mercato delle opzioni. Secondo i dati della Depository Trust & Clearing Corporation, i flussi indicano debolezza della sterlina su tutte le scadenze, in particolare per novembre. In quel mese, il 79,2% delle opzioni con sottostante EUR/GBP sono orientate verso le perdite in sterline.
Per fare un paragone con gli altri mesi, la quota è del 71,1% con scadenza settembre, del 65,8% con scadenza ottobre, e del 75% con scadenza dicembre. Le opzioni più "pesanti" si posizionano tra gli strike price del cambio 0,8750 e 0,89, ma altre puntate significative sono presenti a oltre 0,90. Attualmente l'EUR/GBP viaggia intorno a 0,8720.
Perché gli investitori vendono la valuta britannica
Il messaggio che arriva dal mercato delle opzioni è molto chiaro:
i trader sono preoccupati per il bilancio autunnale del Regno Unito. Questa scadenza ormai viene vissuta con apprensione dal mercato, in quanto ancora evoca il ricordo del 2022 quando una manovra fiscale estremamente accomodante mandò in tilt i mercati obbligazionari e fece affondare la sterlina, costringendo il primo ministro
Liz Truss a dimettersi dopo soli 44 giorni di permanenza a Downing Street.
Il Cancelliere dello Scacchiere Rachel Reeves dovrebbe aumentare le tasse su pensioni, proprietà e reddito in modo da colmare il deficit statale. Secondo le previsioni di Bloomberg Economics, la stretta arriverà fino a 35 miliardi di sterline.
In teoria, quindi, non si dovrebbero registrare sconquassi nei mercati finanziari. Tuttavia, a giudizio di George Saravelos, responsabile della ricerca FX presso Deutsche Bank, "i problemi fiscali del Regno Unito stanno superando qualsiasi riprezzamento dei tassi da parte della Banca d'Inghilterra, che normalmente potrebbe sostenere la sterlina".
La debolezza della sterlina nei confronti dell'euro però ha anche un'altra spiegazione, sottolinea l'esperto, ovvero la fine del ciclo dei tagli del costo del denaro da parte della Banca centrale europea. L'Eurotower tiene fermi i tassi da due sedute, dopo aver effettuato ben otto riduzioni consecutive.
Al momento le aspettative non sono per altri ritocchi, essendo che l'inflazione si aggira sui livelli di target di lungo periodo e la crescita potrebbe essere già stimolata dai piani di investimento plurimiliardari della Germania su infrastrutture e difesa.