Alla vigilia dell’atteso incontro tra il premier inglese Starmer e Trump, la sterlina ha piazzato una zampata che l'ha riportata sopra i supporti che contano.
Il timore che si avverte negli Stati Uniti è quello di uno shock di offerta. Le misure protezionistiche decise da Trump hanno aumentato le scorte di magazzino con acquisti precauzionali da parte di molte imprese, ma il timore è che questa volta ci sia una traslazione a valle sul consumatore per quello che riguarda l’aumento dei prezzi innescato dal caro import. La stessa WalMart, grande catena di distribuzione americana, ha lanciato alert sugli utili vista la scarsa visibilità e incertezza sul futuro.
Alla FED il nervosismo trapela. Tutto il lavoro fatto per contenere l’inflazione al 2% rischia di essere vanificato e scalfire addirittura il 3% sembra già ora impresa ardua. A questo si somma una crescita economica ancora robusta e che potrebbe accelerare qualora Trump decidesse di attuare tagli fiscali immediati e naturalmente inflazionistici per l’intero sistema economico.
In Gran Bretagna il quadro appare complesso. Le vendite al dettaglio hanno stupito in positivo con una crescita dell'1,7% grazie soprattutto al balzo nella vendita di alimentari visto che il dato ex food ha fatto registrare una contrazione.
Deludenti invece i numeri degli indicatori anticipatori PMI. Manifatturiero soprattutto in ulteriore calo ben lontano dai 50 punti, una soglia a cui si aggrappa invece la componente servizi.
GBP/USD: è 1,27 il livello da monitorare
Il mercato sconta 50 punti base di taglio nei tassi da parte della Bank of England nei prossimi mesi anche se il lavoro è complicato dalla stagflazione e soprattutto dall’incognita dazi.
Il grafico settimanale del Cable appare però molto intrigante e potrebbe nascondere la volontà degli Stati Uniti di accettare un dollaro più debole a patto di raffreddare la parte lunga della curva dei rendimenti.
Dal 2023 una serie di minimi crescenti su GBP/USD aveva illuso di una lenta ma inesorabile risalita della Sterlina piombata a fine 2022 addirittura a 1,08 contro dollaro. A fine 2024 però il netto break ribassista dei supporti di 1,26 che hanno riportato il pound vicino a 1,20. Sembrava fatta per il dollaro e invece la reazione della divisa inglese non si è fatta attendere. La certezza che in UK i tassi sarebbero sì scesi, ma non certo a un ritmo dirompente, ha messo le ali alla sterlina ritornata sopra 1,26 invertendo così il trend ribassista di breve periodo in essere da fine settembre 2024.
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Anche dagli oscillatori di medio periodo sembrano arrivare segnali confortanti di ripresa e se così fosse la sterlina potrebbe essere una currency capace di dare del filo da torcere al dollaro nei prossimi mesi. Il segnale definitivo di questo neonato bull market arriverebbe al superamento di 1,27. Un ripiegamento sotto 1,26 prima e 1,236 certificherebbe invece la falsa partenza del Cable. Ma tutto dipenderà ancora una volta da come Trump accoglierà il premier britannico questa settimana.