Il rally del cambio
NZD/USD è stato importante nella prima parte dell'anno e ora investitori e analisti si chiedono se possa avere i giorni contati. Da gennaio a giugno, il dollaro neozelandese ha
guadagnato circa il 9% rispetto al biglietto verde perché il mercato si è allontanato dal greenback a causa delle politiche commerciali del presidente degli Stati Uniti
Donald Trump.
Le tariffe potrebbero rimettere in moto l'inflazione costringendo la
Federal Reserve a mantenere alti i tassi di interesse, e questo farebbe il gioco del dollaro USA. Finora, a prevalere sono però state le preoccupazioni sugli
effetti che la politica dei dazi potrebbe avere sull'economia americana, con il rischio incombente di una recessione. Giocoforza, i trader hanno preferito scaricare la moneta a stelle e strisce.
Sul fronte neozelandese, gli investitori hanno apprezzato il fatto che l'economia del Paese abbia dato segnali di stabilizzazione, con alcune condizioni economiche in costante miglioramento. Di conseguenza, hanno dato fiducia alla moneta locale e l'NZD/USD si è mostrato robusto chiudendo l'ultima settimana a 0,6050. Negli ultimi giorni, peraltro, il "kiwi" ha rallentato la sua corsa e oggi arretra di quasi un punto percentuale dopo che Trump ha creato nuove tensioni annunciando tariffe al 10% per i Paesi che si allineano alla politica "antiamericana" esercitata dai BRICS. In questo caso, il dollaro statunitense ha recuperato terreno nella veste di bene rifugio.
NZD/USD: opinioni contrastanti sul percorso del cambio
Se l'economia della Nuova Zelanda sta migliorando nel suo complesso, la ripresa ancora non si può definire scintillante. Anche perché l'occupazione della nazione rimane debole. Questo potrebbe spingere la
Reserve Bank of New Zealand a riprendere l'allentamento aggressivo che limiterebbe i guadagni dell'NZD/USD, benché questa settimana i tassi di interesse dovrebbero restare fermi al 3,25% (
Riunioni Banca centrale Nuova Zelanda: le date dei meeting 2025). "I rischi al ribasso per il kiwi rimangono, in particolare se la RBNZ finirà per spostare il tasso di liquidità ufficiale al 2,50%", ha detto Mieneke Perniskie, trader presso Kiwibank ad Auckland. "Questo spinge la nostra visione di una potenziale riduzione a 0,60, dopo il potenziale rally".
Alcuni analisti ritengono che la Banca centrale neozelandese questa settimana taglierà i tassi di un quarto di punto, ma Andrew Ticehurst, senior rates strategist di Nomura Australia non è d'accordo. Ad ogni modo, "qualsiasi taglio dei tassi sarebbe probabilmente accompagnato da una comunicazione relativamente aggressiva", ha affermato l'esperto che vede il cross chiudere l'anno a 62 centesimi.
Anche Elias Haddad, senior strategist di Brown Brothers Harriman, vede la continuazione del rally con obiettivo a 64 centesimi entro dicembre. A suo avviso, "la valuta statunitense potrebbe crollare a causa delle preoccupazioni fiscali del Paese e delle pressioni politiche per una Fed accomodante". Quanto accaduto negli ultimi 10 anni riguardo l'NZD/USD comunque dà ragione a chi prevede un indebolimento della coppia di valute, dal momento che nel periodo il kiwi è sceso in media del 2,1% nel terzo trimestre.