Non si ferma il crollo della rupia indiana a causa di una guerra commerciale con gli Stati Uniti che sta assumendo toni sempre più gravi e dai tempi di risoluzione incerti.
Come per il Brasile, sottoposto anch’esso alla tagliola di dazi al 50%, l’India è costretta a subire la decisione della Casa Bianca con l’applicazione di una tariffa simile per la merce indiana in ingresso sul suolo americano.
Rimane ovviamente sotto pressione la rupia indiana, già ai minimi storici contro euro con il superamento della soglia psicologica di quota 100 nel cross EUR/INR, ma ormai vicina ad un record negativo anche contro dollaro americano.
Economia India: -0,8% per il PIL 2025
L’India come il Brasile è uno dei Paesi emergenti maggiormente colpiti dalla decisione dell’Amministrazione USA, con barriere commerciali all’ingresso delle proprie merci che rischiano di minare seriamente la ripresa economica del gigante asiatico.
Se per il Brasile il settore alimentare potrebbe subire i danni maggiori da questa trade war, per l’India saranno i settori a basso costo (e margine) del tessile, cuoio e oreficeria che subiranno le maggiori conseguenze complice anche la concorrenza a basso costo di paesi come il Bangladesh e il Vietnam a dazi decisamente più bassi (20%) e che potranno portare ad una forte erosione delle quote di mercato.
Nel 2024 il valore delle merci spedite in USA è stato di circa 87 miliardi e si stima che più della metà di queste non sarà esente da dazi. Alcuni analisti stimano che i dazi Usa al 50% potrebbero impattare sul PIL indiano per circa lo 0,8% nel 2025 e nel 2026.
Forex: USD/INR verso quota 90
Come detto poco fa la rupia è fragilissima. Per quello che riguarda EUR/INR l’accelerazione dai valori di fine anno di 87 ai 102 attuali è emblematica dell’unica scelta che ha fatto il mercato in questi mesi. Liberarsi delle rupie indiane per rifugiarsi in euro.
Contro dollaro americano la debolezza della divisa nordamericana ha attutito il calo ma il minimo storico è ormai cosa certa; visto che gli oscillatori nelle scorse settimane hanno approfittato dell’incertezza sul biglietto verde per scaricarsi a livelli meno eccessivi, non sarebbe improbabile assistere ad un cambio USD/INR oltre quota 90 entro fine anno.

La Banca centrale indiana dovrà decidere come operare sui tassi di interesse in un ambiente decisamente complesso. Da una parte ci sarebbe la necessità di dare sostegno a famiglie e imprese con tassi di interesse più bassi. Dall’altra il collasso della rupia rischia di diventare un fenomeno fuori controllo proprio a causa di rendimenti meno appetibili sul mercato offerti dalla carta indiana e che rischiano di metterla fuori gioco nelle scelte degli investitori internazionali. Con tanto di inflazione che riporta le sue grinfie pericolose sul paese come effetto collaterale della svalutazione.
Un bel dilemma per la Banca centrale che non può che confidare in un accordo a breve tra le parti politiche per evitare di piombare in un ambiente decisamente molto complesso ed ancora pieno di rischi per la rupia.