Maggio è un mese che presenta delle stagionalità interessanti. Ad esempio, la sterlina vive un periodo non felicissimo nel quinto mese dell’anno, ma anche il dollaro australiano tende a zoppicare.
Nei confronti dell’euro la divisa oceanica sta perdendo quasi il 5% da inizio anno confermando una preferenza degli investitori per asset obbligazionari più sicuri, ma anche in prospettiva più redditizi al netto dei rischi incorporati nelle singole divise.
I verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria della RBA, la banca centrale locale, hanno confermato che il picco sui tassi di interesse al 3,6% è stato raggiunto. Questa non è una bella notizia per il dollaro australiano, tipica valuta da carry trade che si trova però a fare i conti con una banca centrale che sembra voler cominciare a guardare con un occhio di riguardo alla congiuntura economica che rallenta convinta che l’inflazione rientrerà nei prossimi mesi.
A questo si aggiunge una Cina che sembra sempre più orientata verso la deflazione o comunque un regime di bassa inflazione. Da un lato in prospettiva questo potrebbe voler dire maggiore domanda di merci australiane, partner strategico di Pechino da sempre per ovvia vicinanza geografica anche se negli ultimi tempi un po' controverso per questioni politiche. Dall’altra parte non si può che prendere atto dell’evidente rallentamento in corso dalle parti di Pechino con la crescita annualizzata che rimane sotto il 5%.
Forex: come investire sull'AUD/JPY
L’ex re del carry trade dollaro australiano sembra quindi avere le armi un po' spuntate alla luce di una politica monetaria che si sta indirizzando verso qualche taglio nel costo del denaro nel corso del 2023, a fronte di una BCE che non ha nessuna intenzione di andare in questa direzione nei prossimi mesi.
AUD/USD ristagna sui minimi nonostante un dollaro americano molto debole. EUR/AUD sembra ormai lanciato verso quota 1,70 e AUD/JPY, il cross forse più utilizzato dai trader, nonostante una BoJ che ha ormai abbandonato ogni velleità di rialzo del costo del denaro, non sta andando oltre il mero rimbalzo tecnico.
Forse proprio questo cross appare quello più interessante per sfruttare la “zampata” stagionale negativa per l’Aussie nel mese di maggio.
Il rimbalzo poco sopra quota 90 sta andando adesso a insidiare la down trend line che scende dai massimi di settembre. Poco sopra troviamo la vecchia up trend line abbattuta proprio a marzo. Ovviamente il recupero di questo livello tecnico, indicativamente il ritorno sopra 92 sarebbe la conferma, offrirebbe un segnale bullish a favore dell’australiano. La rabbiosa reazione ribassista di venerdì scorso sembra escludere questo scenario.
Condizione di ripresa dell'uptrend che mi sembra ancora prematura alla luce dell’evoluzione che sta subendo la politica monetaria del paese australiano rispetto a quelle delle banche centrali del blocco G10.