-
I cali settimanali sulle valute emergenti hanno toccato anche il 4%. Sulle commodity currencies i ribassi hanno sfiorato il 3%
-
Nuova Zelanda e Australia pagano dazio ad economie legate a doppio filo alla congiuntura cinese ed al fabbisogno di materie prime
-
Per EurNzd l'analisi tecnica non appare incoraggiante. AudNzd invece sta colpendo la parte bassa di un range pluriannuale
Pesanti vendite hanno coinvolto i mercati valutari esposti al mondo commodity la settimana scorsa.
Tra le valute emergenti annotiamo perdite nell’ordine mediamente del 3-4% su Rand sudafricano, Rublo russo e Real brasiliano. Tra le valute occidentali martellate con cali compresi tra il 2% e il 3% la Corona norvegese (effetto petrolio), il Dollaro australiano (metalli) ed il Dollaro neozelandese (agricole).
Il prevedibile rallentamento cinese nel primo trimestre del 2020 a causa del corona virus e l’effetto a cascata sul mondo delle materie prime sarà immediato e violento come testimoniano le pesanti vendite su petrolio e rame. Il greggio ha perso il 17% dai picchi di inizio gennaio, il rame il 12% con 11 sedute consecutive di ribasso. Il Bloomberg Commodity Index ha perso quasi il 10% in poche manciate di giorni.
I germogli verdi di inizio anno sulle commodity sono già appassiti.
Come detto prima tra le valute più colpite ci sono le due oceaniche, Aud e Nzd.
Per quello che riguarda EurNzd lo scenario tecnico si complica ulteriormente visto che siamo freschi reduci da una falsa rottura ribassista della up trend line che sale dal 2017. Il cross era arrivato fino a 1.65 prima di virare bruscamente verso l’alto ritornando non solo sopra 1.70 ma anche sopra la vecchia up trend line. A questo punto si guarda con timore alla zona di resistenza di 1.75 dove passa la down trend line che guida dal 2015. Come per l’Australia, il mercato osserva le mosse della banca centrale che a questo punto potrebbe essere costretta a rivedere la sua politica monetaria che prevede di mantenere i tassi al 1% a lungo.
Passiamo al Dollaro australiano ma lo facciamo passando dal cross con il neozelandese.
AudNzd è un rapporto di cambio che può rientrare tranquillamente tra quelli che stanno vivendo una fase di trading range di cui ora sta testando la parte bassa.
Il livello di 1.03 da un anno a questa parte ha sempre contenuto la debolezza relativa dell’Aud verso l’Nzd favorendo rimbalzi anche corposi compresi tra 400 e 600 pips negli ultimi due casi.
Allargando il grafico la valenza di questo supporto esce rafforzata dal fatto che nel 2016 AudNzd finì la sua corsa su questo livello. Anche l’Australia è alle prese con i tassi di interesse ai minimi storici (0,75%) e qui il mercato scommette su un taglio nei prossimi mesi anche per le conseguenze legati agli incendi di fine 2019.
Probabilmente questo evento non sarà messo in campo domani quando si riunirà la RBA, ma lo statement che uscirà da questo evento muoverà il mercato ed inevitabilmente AudNzd.
Tornando all’analisi tecnica sottolineiamo la presenza di una evidente divergenza tra prezzi ed Rsi che potrebbe avvalorare la mia idea di un rimbalzo nel cross ormai imminente.