Lo yen e il
franco svizzero sono stati da sempre considerati due valute rifugio di fronte alle tensioni di natura economica e geopolitica. Oggi queste tensioni non mancano di certo, come dimostra la corsa degli investitori ad accaparrarsi riserve di oro. Tuttavia, la moneta giapponese e quella elvetica stanno seguendo un percorso diverso.
Lo yen ha avuto la peggiore performance tra le valute del G-10 negli ultimi tre mesi sulle incertezze della politica monetaria della
Bank of Japan. L'istituto guidato da Kazuo Ueda indugia nell'aumentare i tassi di interesse a causa di dati macroeconomici contrastanti, sebbene l'inflazione nipponica si collochi stabilmente sopra l'obiettivo di lungo termine del 2%.
Recentemente il Giappone è stato scosso dalla crisi politica conseguente alle dimissioni del primo ministro Shigeru Ishiba. La mancanza di stabilità politica nel Paese sta contribuendo a contrastare qualsiasi rafforzamento della moneta nazionale perché viene meno la fiducia degli investitori interni e internazionali. Inoltre, il mercato sconta il fatto che una nuova amministrazione spinga per un maggior accomodamento fiscale e monetario che metterà sotto pressione lo yen.
Sul fronte del franco svizzero, la situazione è differente. L'economia elvetica è in salute e la forza della sua moneta ne rappresenta la naturale conseguenza. I fondamentali macroeconomici, supportati da un avanzo costante della bilancia commerciale, hanno attirato gli investitori in un contesto in cui l'incertezza generale dilaga.
Giocoforza, il cambio
CHF/JPY ha intrapreso un rally che lo ha spinto fino al
massimo storico di 186. In sostanza, si è registrato uno spostamento costante dallo yen verso il franco svizzero, come dimostrano i flussi ufficiali. Secondo i dati del
Fondo Monetario Internazionale, al 31 marzo 2025 la quota di riserve globali della valuta svizzera è salita allo 0,76%, la più alta dal 1992. Quella relativa allo yen è del 5,15%, quindi molto più elevata. Tuttavia, la tendenza suggerisce una trazione verso il franco.
Gli investitori vedono acquisti sul franco svizzero e vendite sullo yen
Alla luce di tutti questi elementi, alcuni strategist delle più grandi banche mondiali vedono una maggiore attrattiva del franco rispetto allo yen, con la conseguente crescita del cambio CHF/JPY.
Secondo Shusuke Yamada, capo strategist valutario di Bank of America, il cross arriverà a 189. "Andare lungo su CHF/JPY potrebbe essere l'operazione migliore per esprimere il rischio fiscale dello yen e il profilo fiscale sano del franco", ha affermato.
Grafico CHF/JPY. Fonte: Investire.biz
Della stessa opinione è Michael Cahill, strategist di Goldman Sachs, secondo cui "la nuova incertezza politica in Giappone potrebbe essere di supporto per il franco e, in misura minore, per l'euro, in quanto entrambe le valute beneficeranno delle preoccupazioni per la crescita degli Stati Uniti e dei successivi tagli dei tassi della Federal Reserve".
Particolarmente ottimisti gli strategist di Bloomberg, convinti che la coppia di valute giungerà alla soglia dei 200 punti a causa del crollo dello yen sotto il peso della transizione della leadership politica in Giappone. Tra l'altro, "le posizioni contrastanti delle Banche centrali sostengono un cross più alto, mentre la probabilità che la BoJ riesca ad aumentare i tassi di interesse quest'anno sta diminuendo di giorno in giorno a causa della politica interna disordinata", hanno scritto.