Il dollaro Usa continua il suo periodo di debolezza nei confronti delle altre valute, mostrando un'evidente fatica a riprendersi da un anno contrassegnato dalle vendite. Gli investitori si allontanano dal biglietto verde mentre si aspettano che la
Federal Reserve riprenda il ciclo dei tagli ai tassi di interesse interrotto quest'anno. Per la riunione in calendario tra un paio di settimane (
Riunioni Fed: calendario delle date dei meeting del FOMC 2025) ci sono pochi dubbi che la Banca centrale abbassi il costo del denaro almeno di un quarto di punto. Per una mossa più aggressiva bisognerà vedere quali sarà la lettura dei dati sull'occupazione americana in programma per venerdì prossimo, benché le probabilità rimangano basse.
Tassi più contenuti diminuiscono la domanda di dollari, che a quel punto rendono di meno. Quanto basta per oscurare il tradizionale ruolo di bene rifugio che riveste la moneta americana nei momenti di grande tensione. Le turbolenze legate alla guerra in Ucraina, alle preoccupazioni per un ritorno dei dazi e agli attriti tra il presidente Usa Donald Trump e la Fed stanno dirottando gli investitori su un altro bene rifugio per eccellenza: l'oro. Questo va a scapito del dollaro, che viene visto sempre meno come punto di riferimento globale.
Dollaro Usa: cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Il pessimismo verso il dollaro Usa è manifestato chiaramente da Stewart Brentnall, Chief investment officer di New South Wales Treasury Corp, unità di gestione degli investimenti dello Stato australiano. Il gestore prevede un calo della divisa a stelle e strisce di un ulteriore 10% ed è per questo che da diverso tempo ha ridotto la ponderazione del dollaro da oltre il 70% a circa il 14% puntando invece su valute come yen, franco svizzero ed euro.
A suo avviso, le turbolenze politiche e l'incertezza commerciale potrebbero pesare sul biglietto verde, che quindi si prepara a una flessione prolungata. "Non eravamo soddisfatti di quella che era un'esposizione al 70% in dollari", ha detto Brentnall. "Abbiamo cambiato il modo in cui ci occupavamo della valuta, stabilendo che il 40% del portafoglio totale fosse senza copertura, il che riduce al minimo la volatilità del portafoglio e ci consente di ridistribuire il rischio in asset a più alto rendimento".
L'asset manager esclude la possibilità di effettuare operazioni a breve termine, viste l'incertezza generale e la debole combinazione tra rischio e rendimento. Quanto al lungo termine, "la valuta non offre rendimenti", ha detto. "Potrebbe essere che il dollaro Usa fosse comunque abbastanza sopravvalutato".