La forza del franco svizzero è una preoccupazione costante per Swiss National Bank (SNB), che tra poche ore comunicherà la decisione sui tassi di interesse. La Banca centrale dovrebbe portare i tassi dallo 0,25% a zero, allentando ulteriormente la sua politica monetaria dopo aver raggiunto abbondantemente gli obiettivi di inflazione.
La mossa serve anche come tentativo di frenare la corsa della valuta elvetica, che viaggia nei pressi dei massimi decennali nei confronti di euro e dollaro. Da più parti si sta considerando un intervento diretto sul mercato nel prossimo futuro da parte della SNB per indebolire il franco. Questo, tuttavia, la esporrebbe al rischio di un forte disappunto degli Stati Uniti, che già l'hanno inserita in una black list come manipolatrice di valute.
La SNB, del resto, è nota per aver travolto il mercato del forex nel lontano 15 gennaio 2025, quando rimosse inaspettatamente il peg 1,20 sul cambio
EUR/CHF determinando un crollo del 40% in pochi minuti. Da allora, l'autorità centrale è stata vista dall'esterno sempre con molto sospetto. Quindi, ogni sua manovra accende inevitabilmente i riflettori del mercato e della politica.
Franco svizzero: un rally destinato a durare?
Il rally del franco svizzero, tuttavia, rischia di infliggere un grave danno all'economia del Paese, che si basa essenzialmente sulle esportazioni. In pratica, una divisa troppo forte rende meno competitivi i prodotti svizzeri, penalizzando la bilancia commerciale della nazione. Le armi a disposizione della SNB non sono molte, al momento, oltre quella di continuare a tagliare il costo del denaro. Ma gli esperti di mercato vedono questa mossa inefficace per arginare l'ascesa del franco.
La moneta svizzera è considerata un
bene rifugio e assume particolarmente valore in un contesto come quello attuale di tensioni molto alte per la guerra in corso tra Israele e Iran. "Ci aspettiamo che questi fattori globali siano più importanti per la direzione del franco nel breve termine rispetto alla politica interna", hanno affermato gli strategist di
Goldman Sachs. "Pensiamo che il franco rimarrà sostenuto anche in un contesto di tassi negativi". Gli esperti prevedono un ulteriore rally del 10% del franco rispetto al dollaro Usa quest'anno, il che porterebbe il cambio
USD/CHF a 0,76.
Anche gli analisti di JP Morgan Chase ritengono che il taglio di 25 punti da parte della SNB "potrebbe fornire un modesto supporto" alla debolezza del franco, dato che "il mercato sta valutando la possibilità di un allentamento ancora maggiore". Il team della banca americana vede l'EUR/CHF a 0,91 entro la fine dell'anno, rispetto agli attuali 0,94 franchi.
Della medesima opinione è Sascha Kever, Chief investment officer di PKB Private Bank a Lugano, secondo cui "è meglio non correre rischi in questo periodo". A suo avviso, "la prima linea d'azione della SNB saranno i tassi di interesse, anche se ciò significa andare in negativo". La Banca centrale ha portato in positivo il costo di finanziamento dal 2022, a causa dell'esplosione dell'inflazione, dopo sette anni in cui li aveva tenuti sottozero. Tuttavia, Kever ritiene che la politica dell'istituto centrale "aprirebbe a un po' di debolezza del franco nel breve termine, ma niente di più".
Greg Hirt, Chief investment officer delle strategie multi-asset di Allianz Global Investors, mette in luce il fattore inflazione che determinerà l'apprezzamento del franco in futuro. "Anche se la SNB dovesse eventualmente intervenire, farebbe fatica a indebolire il franco nel lungo termine, dato che una minore inflazione in Svizzera rispetto alla Zona Euro sarà un motore costante di un'economia più produttiva ed efficiente", ha detto.