Yen giapponese e Franco svizzero sono da sempre le due valute regine utilizzate per mettere a terra quella strategia che prende il nome di carry trade. Il carry trade trova le sue fondamenta in due elementi principe:
- il tasso di interesse molto basso al quale il trader si fa prestare denaro in una certa valuta;
- il tasso di interesse decisamente più elevato di un’altra valuta concorrente al quale viene remunerato il denaro che il trader ha preso in prestito e che successivamente ha deciso di investire nella currency high yield.
L’elemento certo del differenziale di tassi ha solo un’incognita che può rendere perdente la strategia. L’andamento del rapporto di cambio tra le due valute. E se la valuta a basso rendimento va meglio di quella a più alto rendimento il rischio di adottare una strategia si rivela perdente.
Se lo yen ha rappresentato negli ultimi anni una scommessa vinta in partenza con tassi a debito pari a zero e valuta in costante calo, il franco svizzero ha garantito per anni un indebitamento addirittura a tassi negativi, ma la valuta percepita come bene rifugio non ha garantito grandi ritorni ai carry trader.
Questa dinamica è andata avanti, anzi si è inasprita negli ultimi mesi a causa di un cambio di atteggiamento della Banca centrale elvetica che ha aumentato il costo del denaro. Rendendo più onerosi i prestiti e più forte il franco. Facendo piangere i carry trader.
EUR/CHF: il break rialzista aprirebbe le porte alla parità
Ma da qualche settimana a questa parte qualcosa sembra essere cambiato. Ancora nulla di strutturale, il trend bearish di EUR/CHF ad esempio è ancora in piedi, ma qualche indizio tecnico devo far drizzare le antenne dei traders. Come si può verificare dal grafico di EUR/CHF in zona 0,94 il cross sta continuando a ritornare ma senza sfondare. L'ultimo evento si è realizzato in tre sedute dopo il deludente dato dell'inflazione europea.
La risalita del cross EUR/CHF era andata ad avvicinare quella media mobile a un anno che da tempo accompagna il bear market del cross. Poco sopra vediamo la down trend line ribassista che unisce i massimi decrescenti dal 2021. Il momento era chiave e tale si è dimostrato con i compratori di CHF ritornati prepotentemente sul mercato.
Il banco di prova si posizionerà anche nelle prossime settimane in area 0,97/0,98 e il break rialzista aprirebbe le porte alla parità, ultimo baluardo prima di una vera e propria inversione di tendenza che farebbe le fortune dei carry trade riportando il franco svizzero ad assumere il ruolo di currency utile a sfruttare questa strategia a proprio vantaggio.
Chiaramente fino a prova contraria il franco rimane in bull market. Ci sono indizi, ma servono prove. Nelle prossime settimane gli aggiornamenti e intanto occhio ancora una volta ai supporti chiave di 0,94.