La settimana che ha certificato il taglio dei tassi di interesse della BCE, il rallentamento dell’economia americana, l’inasprimento della trade war, la svolta storica tedesca sul debito e l’accordo europeo sul riarmo, si è portata dietro un evidente vincitore a livello valutario. Il tanto bistrattato euro si è infatti preso la sua rivincita passando in poche sedute da 1,02 a 1,09.
Un rialzo poderoso, che sembra sfidare la logica viste le condizioni economiche di Eurolandia e la politica monetaria orientata al taglio dei tassi; ma un rialzo che nasconde uno spostamento massiccio di investimenti finanziari dagli Stati Uniti al resto del mondo, soprattutto verso l’Europa.
Chissà, forse anche un’opera di disimpegno dalle riserve valutarie in dollari come arma di deterrenza verso le politiche commerciali di Trump che non a caso, sul finire della scorsa settimana, per la seconda volta ha rinviato ad aprile i dazi verso Canada e Messico.
Forex: come comportarsi adesso su EUR/USD?
Il cambio più famoso del pianeta a inizio 2025 ha completato il ritracciamento dell’intero rialzo 2022-2023. A 1,015 i due terzi del movimento 0,95-1,12 sono stati coperti e dopo una brevissima fase di consolidamento l’euro è ripartito di slancio con il biglietto verde che, nonostante il taglio tassi BCE e lo stallo della FED, ha cominciato a perdere vistosamente terreno nel differenziale di tasso Treasury-Bund.
Erano 210 punti a fine gennaio, sono poco meno di 150 oggi i punti base offerti come ricompensa dai titoli di stato americano. Ovviamente il mercato ha chiesto in cambio un maggior premio valutario e così è stato con la maxi svalutazione del dollaro.
L’annuncio del rivoluzionario piano tedesco di rimozione di parte dei limiti al debito pubblico e di nuove maxi spese per investimenti, ha fatto il resto. Si sono alzati i rendimenti dei Bund in maniera sorprendente arrivando a sfiorare quota 3% sul titolo decennale e questo ha messo le ali all’euro anche perché avvenuto senza un allargamento degli spread verso i titoli europei periferici.
Ma torniamo a EUR/USD. La formalizzazione di una figura di testa e spalla rialzista con il break di 1,05 in tre sedute ha raggiunto il target teorico posizionato tra 1,08 e 1,09.

L’essere rientrato all’interno di un range che dal 2023 a fine 2024 ha caratterizzato l’andamento del cambio, fa pensare che la parete superiore di questa fase laterale verrà interessata nelle prossime sedute.
In zona 1,12 ci attendiamo quindi una prima fase di stop nell’accelerazione bullish di un euro che dovrebbe incontrare, nelle prossime sedute, una classica serie di prese di beneficio che potrebbero riportare il cambio in zona 1,06. Zona di cambio andare di nuovi corti di dollaro sembra essere la soluzione al momento più interessante prima di un ritorno a 1,12 sul quale le valutazioni potrebbero cambiare.