Il dollaro USA sta attraversando un periodo critico sui mercati rispetto alle principali valute. L'euro, ad esempio, si è rafforzato portandosi a oltre 1,08 dollari, livello che non vedeva da novembre 2024. L'andamento dell'
EUR/USD ha spazzato via la tesi secondo cui con la nuova amministrazione avrebbe raggiunto la parità.
Gli investitori hanno ridotto l'esposizione al biglietto verde perché
non lo vedono più come un Trump trade. Anzi, proprio la politica aggressiva del presidente degli Stati Uniti basata sui dazi commerciali rappresenterebbe oggi il punto debole della valuta americana. Gli operatori ritengono in sostanza che una guerra commerciale scaturita dalle tariffe USA finirà per indebolire l'economia statunitense, portando la
Federal Reserve a ripristinare il ciclo di allentamento con il taglio dei tassi di interesse.
Lo spostamento verso valute come l'euro e lo yen si concilia con l'aspettativa che le Banche centrali di Europa e Giappone diventino più restrittive. La Bank of Japan, almeno, ha iniziato dallo scorso anno la campagna di strette al costo del denaro e l'andamento dei prezzi al consumo in Giappone non fa presagire un ritorno alla deflazione.
Quanto alla BCE, ieri l'istituto guidato da Christine Lagarde ha effettuato il sesto taglio ai tassi di interessi da giugno 2024, ma ha di fatto avvertito che potrebbe prendersi una pausa. In realtà, l'Eurotower nutre delle preoccupazioni che il gigantesco piano di spesa militare dell'Unione europea da 800 miliardi di euro possa spingere i prezzi al consumo.
Dollaro USA: continuerà il calo delle quotazioni?
L'andamento del dollaro USA è in linea con la teoria del "Dollar Smile" ideata nel 2001 dall'economista Stephen Jen, all'epoca strategist di Morgan Stanley e ora Amministratore delegato del gestore patrimoniale londinese Eurizon SLJ Capital. Secondo tale teoria, il biglietto verde si rafforza nelle fasi di recessione dell'economia americana in quanto assume la veste di bene rifugio o nelle fasi di grande espansione della stessa poiché espressione della forza economica del Paese. Nelle situazioni intermedie, invece, il dollaro tende a perdere slancio.
Questo è un periodo che si adatta al caso intermedio del Dollar Smile. Per questo, Jen prevede che il calo dei prezzi della divisa a stelle e strisce potrebbe essere solo all'inizio. L'esperto ha previsto un dollaro più debole negli ultimi due anni, ma ora "si sente in qualche modo giustificato", ha detto, ritenendo la moneta sopravvalutata di circa il 20% rispetto al suo "Fair Value".
La stima di un dollaro più debole si basa sul fatto che il vantaggio in termini di crescita degli USA rispetto ad altri Paesi svanirà quando il governo americano taglierà la spesa pubblica, aumentata a dismisura dopo la pandemia. "L'economia è, semmai, troppo resiliente", afferma Jen. "È più salutare rimuovere lo stimolo fiscale perché gli Stati Uniti hanno corso troppo velocemente e a lungo". Tuttavia, l'asset manager non prevede una debacle del greenback: "non credo che sarà un crollo per il dollaro, assisteremo ad un aggiustamento pluriennale", ha detto.