L'EUR/USD crescerà di oltre il 10% nei prossimi mesi fino a raggiungere il livello di 1,20, che manca dal 2021. Sono queste le posizioni degli hedge fund nel mercato delle opzioni, mentre i dati del Depositary Trust & Clearing Corp. indicano le scommesse più rialziste sull'euro degli ultimi cinque anni. Si tratta di un paradigma capovolto rispetto a quanto visto fino a poco tempo fa, quando sul Forex vi era una corsa sfrenata a comprare il biglietto verde sbarazzandosi della moneta unica.
I dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump sembra che giochino un ruolo chiave nella vicenda. Inizialmente gli investitori acquistavano dollari perché temevano che le tariffe avrebbero riacceso l'inflazione negli Stati Uniti obbligando la Federal Reserve a tenere alti i tassi di interesse. Allo stesso tempo, i dazi avrebbero messo in difficoltà le aziende e l'economia europee, inducendo la Banca centrale del Vecchio Continente a tagliare il costo del denaro.
Ora, però, il mercato sconta che la guerra commerciale innescata proprio dalle tariffe finisca per danneggiare l'economia americana rallentandone la crescita. A quel punto la Fed sarà costretta ad allentare la sua politica monetaria, abbassando i tassi di interesse.
Nel contempo, l'Europa si sta vivacizzando, con la Germania che ha annunciato l'intenzione di sborsare centinaia di miliardi di euro per la spesa per la difesa e le infrastrutture. C'è da dire che la locomotiva dell'Unione europea necessita di una modifica costituzionale - che richiede una maggioranza qualificata di due terzi del parlamento - per rimuovere il limite al deficit. Ciò non toglie che può comunque attuare degli allentamenti fiscali in grado di rilanciare la sua economia.
EUR/USD: dove arriverà il cambio?
In questo periodo
non si parla più di parità per l'EUR/USD, come se ne discuteva con molta insistenza dopo che Trump è stato eletto alla Casa Bianca. Gli investitori anzi vedono ottime prospettive riguardo la moneta unica, che troverebbe spinta da un risveglio dell'Europa.
"Per me il target iniziale del cambio è a 1,12 dollari", ha affermato Jack McIntyre, gestore di portafoglio presso Brandywine Global Investment Management. "Ma se ho ragione, il rialzo potrebbe essere più consistente, il che significa un risalita verso 1,20".
Dello stesso avviso è Julian Weiss, responsabile del trading globale di opzioni FX vanilla del G-10 presso Bank of America, secondo cui "le dinamiche di mercato euro-dollaro stanno subendo cambiamenti significativi". Lo sviluppo in corso "potrebbe segnalare l'inizio di una nuova tendenza, potenzialmente invertendo il rally pluriennale del dollaro USA", ha aggiunto.
Vede debolezza nella valuta americana anche Valentin Marinov, responsabile della strategia FX globale di Credit Agricole CIB, perché "l'economia statunitense potrebbe rallentare ulteriormente e costringere la Fed a riprendere il suo ciclo di allentamento nella seconda metà dell'anno". Inoltre, la Banca centrale a stelle e strisce "potrebbe anche dover porre fine al suo programma di inasprimento quantitativo per adattarsi ai piani di spesa fiscale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Questo potrebbe erodere l'eccezionalismo dell'USD", ha detto.
C'è però chi si chiede se il rally del "fiber" dell'ultimo periodo sia in realtà sostenibile. "Sebbene abbiamo abbandonato la view di un EUR/USD sotto la parità, manteniamo la nostra opinione che sia ancora probabile una rinnovata forza del dollaro USA", ha detto Derek Halpenny, responsabile della ricerca FX presso MUFG.