La FED non ha mosso i tassi di interesse nell’ultimo meeting di politica monetaria offrendo in pasto al mercato un’incertezza su quello che accadrà nell’ultima parte del 2024 con i dati macroeconomici che guideranno l’andamento del mercato azionario, obbligazionario e naturalmente valutario. Un primo assaggio lo abbiamo avuto venerdì scorso quando il deludente dato sull’occupazione ha prodotto un ribasso del dollaro Usa.
E tecnicamente, come vedremo tra poco, l'EUR/USD sembra essersi messo in una posizione molto interessante in vista del meeting della BCE di giugno.
Il ragionamento del mercato è che, se l’economia americana rallenterà, la FED riprenderà in mano la pratica tassi per ora archiviata a causa di un’inflazione che non ne vuole sapere di scendere sotto al 3%, ma dati negativi significherebbero anche differenziale di crescita verso l’Europa che comincerebbe a convergere dando un po' di respiro all’euro che i tagli nei tassi già li incorpora da giugno in avanti.
EUR/USD: focus su dati macro e Banche centrali
Le sorprese potrebbero quindi cambiare un percorso che dall’inizio del 2023 a oggi si è mosso in un territorio laterale con qualche escursione sopra 1,10/1,11 e altre sotto 1,05. Queste sono le due barriere da guardare con estrema attenzione.
Ma mentre l’ultima, quindi 1,05, a questo giro non è stata nemmeno avvicinata, la prima potrebbe essere solo una zona di transito qualora trovasse formalizzazione il definitivo break della media mobile a 200 settimane adesso in transito a 1,098, resistenza che nei passati test a fatica ha contenuto i tentativi di uscire da questa gabbia tecnica da parte dell’euro.
Sarebbe facile a quel punto stimare un primo punto di arrivo per EUR/USD con la teoria dell’analisi tecnica che traslerebbe l’altezza del rettangolo verso l’alto, portandoci quindi attorno a 1,15/1,16. E da quelle parti troviamo il 78,6% di ritracciamento di tutto il ribasso cominciato nel 2021e saremmo poco sopra il 61,8% del ritracciamento del movimento "bearish" cominciato nel 2018.
E infine sempre in quello snodo cruciale compreso tra 1,15 e 1,17 passa la "down trendline" di lungo periodo che guida il bear market dell’euro dalla crisi finanziaria del 2008.
Siamo quindi di fronte ad un evento tecnico che cambierebbe molti equilibri, probabilmente dando la stura ad un ribasso del biglietto verde dai più ritenuto improbabile.
Attenzione alta quindi ai dati macro delle prossime settimane e soprattutto a quello che sarà il meeting della BCE più atteso, soprattutto perché richiamato diverse volte da Lagarde, quello di giugno. Se svolta ci sarà, la vedremo per una combinazione di BCE più "dovish" e dati macro Usa peggiori delle attese. I livelli tecnici da monitorare li conosciamo già.