Dollaro australiano e neozelandese sono stati protagonisti di un clamoroso dietrofront che ha messo in discussione tutte le strutture tecnico-grafiche sviluppate fino a poche settimane fa e che avevano fatto pensare ad una possibile inversione di tendenza.
Per quello che riguarda EUR/AUD, dopo aver cantato vittoria per una figura di testa e spalla ribassista formalizzata con una certa decisione, sembra essersi materializzata la più classica delle trappole per orsi.
Il pull back che stiamo vedendo dopo che il cross è andato a testare con estrema precisione il 38,2% di ritracciamento dell’intero rialzo cominciato nel 2022, potrebbe anche rappresentare una bella occasione per i ritardatari per entrare lunghi di AUD. La veemenza con cui i venditori di australiano si sono riaffacciati sul mercato fa però temere un clamoroso ritorno alla debolezza che prenderebbe forma con un cross sopra 1,665. Per questo invito alla prudenza.
I motivi di questo rally di EUR/AUD sono diversi. La delusione che arriva da Pechino dopo la conclusione della plenaria del partito comunista è evidente. Nessuna mossa di spessore a supporto del settore immobiliare presa dai politici cinesi significa improbabile aumento della domanda di metalli dei quali l’Australia è grande produttore. Ma anche la confusione percepita dopo il doppio taglio nei tassi da parte della Banca centrale cinese non ha giovato al dollaro australiano. Queste decisioni certificano una latenza della domanda interna piuttosto evidente che Pechino cerca di stimolare con l’arma monetaria.
Forex: stagionalità negativa per le commodity currencies
Passando alla Nuova Zelanda, qui il cross EUR/NZD non aveva seguito EUR/AUD nel momento di rottura ribassista dei supporti chiave. Ora abbiamo scoperto il perché.
L’inflazione del secondo trimestre in Nuova Zelanda è risultata del 3,3% su base annua contro il 4% del primo trimestre. Anche in questo caso le decisioni di Pechino hanno avuto il loro peso nell’amplificare la dinamica ribassista del cambio con i mercati delusi che hanno venduto a piene mani dollari neozelandesi cominciando a subodorare la possibilità che si possa registrare un taglio nel costo del denaro in Nuova Zelanda prima del previsto.
A questo si aggiunge anche un prosciugamento della strategia di carry trade provocata dal violento repricing dello yen sull’onda dei ripetuti interventi da parte della BoJ sul mercato valutario.
Tornando a EUR/NZD, con un testa e spalla ora definitivamente negato, il superamento di 1,85 sembra essere una passaggio quasi inevitabile considerando anche la stagionalità negativa che caratterizza le commodity currencies nel mese di agosto.
Short di AUD e NZD è la strategia per il momento consigliata in attesa del mese di settembre, mese in cui Fed e BCE decideranno sui tassi di interesse.