Dal Giappone cominciano ad arrivare segnali di nervosismo sulla debolezza recente dello yen. Il Ministro delle Finanze Kanda, ad esempio, ritiene necessario un cambio che rifletta i fondamentali. La preoccupazione è ovviamente rivolta all’inflazione che costringerebbe le autorità monetarie a vagliare l’ipotesi di alzare il cap sui rendimenti decennali attualmente fissato a 0,5%. Ipotesi per ora non gradita ad una BoJ ( Bank of Japan) dove di recente il neo Governatore Ueda ha espresso il desiderio di continuare con l’attuale percorso espansivo.
Ma anche l’analisi del sentiment suggerisce prudenza nel continuare a rimanere Short di yen. Infatti sul mercato futures gli speculatori non sono mai stati così net short negli ultimi dodici mesi. Segnale forse di un eccesso ribassista che stiamo cominciando a vedere ripianato con segnali estemporanei di reazione soprattutto su EUR/JPY.
EUR/JPY: forse non è il momento di andare lunghi
Lo yen rimane una delle divise più sottovalutate in termini fondamentali, soprattutto osservando il cambio effettivo reale. L’allargamento del differenziale tassi con gli Stati Uniti ha spinto indubbiamente la speculazione a finanziarsi a costo zero per investire sui Treasury al 5% o perché no, anche i BTP italiani o i Gilt inglesi al 4%. All’orizzonte non si intravedono cambi di politica da parte della BoJ e l’auspicato "flight to quality" che poteva essere innescato dal presunto default USA, non c’è stato. I tassi reali americani stanno salendo sulla spinta di una FED che non vuole mollare la presa sull’inflazione e questa, per un asset a cedola praticamente zero come lo yen (al pari dell’oro), non è una buona notizia.
E proprio questo mix di fattori, assieme alla retorica verbale delle autorità giapponesi, sta creando le giuste premesse per la reazione di un EUR/JPY per l’ennesima volta tornato vicino a zona 150, livello tecnico fondamentale.
Il massimo di 151,5 registrato a inizio maggio è sotto pressione con 153 pronto ad accogliere un nuovo top primario che intercetterebbe a quel punto la parete superiore del canale rialzista, creando allo stesso tempo le premesse per quelle divergenze prezzo - oscillatori che nel corso dell’ultimo anno hanno favorito il ritracciamento di EUR/JPY. Su scala mensile la chiusura di maggio non è stata lontana da quella di aprile, segno di una spinta in via di esaurimento, almeno per ora.
Il primo banco di prova è posizionato attorno a 148,5, zona di transito di una up trend line che sale dai minimi di marzo. Uno sfondamento verso il basso porterebbe in zona 146 (minimo di maggio), ultimo scoglio prima di ritornare a 142. Se per demerito di un euro che vede una BCE meno aggressiva sui tassi, oppure di uno yen che prende in considerazione un cambio di politica monetaria, lo vedremo. Certamente andare lunghi ora su EUR/JPY non appare una strategia consigliata.