Dopo un trimestre decisamente sottotono, gli strategist di JP Morgan Chase in un report hanno rilevato che la scorsa settimana la domanda degli investitori verso il dollaro USA ha raggiunto livelli decisamente elevati. Secondo quanto riportano gli esperti della più grande banca a stelle e strisce, nel mercato delle opzioni c'è un forte acquisto di dollari americani nei confronti del dollaro di Singapore e australiano. Questo perché, a giudizio degli strategist, il mercato sta effettuando coperture contro le valute legate alla Cina. Inoltre, lo studio evidenzia come il dollaro USA abbia guadagnato posizioni nei confronti del peso messicano e dell'euro.
Il motivo di questo ritorno di fiamma nei confronti del biglietto verde è motivato principalmente dalle
aspettative sulle elezioni USA, hanno sottolineato gli strategist di JP Morgan. I trader punterebbero sul fatto che
Donald Trump sarà eletto presidente degli Stati Uniti e la sua politica commerciale improntata sui dazi finirà per rafforzare la moneta a stelle e strisce. Infatti, il protezionismo trumpiano porterà le aziende americane a importare di meno e questo farà diminuire la domanda di valuta straniera, andando a vantaggio delle quotazioni del biglietto verde. "Nonostante gli acquisti di dollari finora a ottobre, la posizione netta complessiva sul dollaro sembra ancora abbastanza neutrale. C'è spazio per ulteriori coperture elettorali nelle prossime due settimane", si legge nello studio.
Dollaro USA: parità con l'euro?
Il rally del dollaro USA negli ultimi tempi ha riacceso il dibattito sulla possibilità che l'EUR/USD scivoli verso la parità nei prossimi mesi. Per ora il mercato delle opzioni non registra grandi volumi in prossimità di quel livello, secondo quanto riportato dalla Depository Trust & Clearing Corporation. Tuttavia, con l'avvicinarsi delle elezioni USA, gli osservatori vedono aumentare le probabilità. "Vediamo la possibilità che l'EUR/USD short continui a crescere", hanno scritto gli esperti di JP Morgan.
La scorsa settimana altri avevano prospettato una tale eventualità. "La parità EUR/USD è sicuramente una possibilità se Trump vince e va a fondo sui dazi", aveva scritto Michael Hart, senior currency strategist di Pictet Wealth Management. Mentre George Saravelos, responsabile globale della ricerca FX presso Deutsche Bank, aveva detto che se l'Europa dovesse mettere in atto una guerra commerciale con la Cina, la Banca Centrale Europea a quel punto sarebbe costretta a tagliare i tassi di interesse con maggiore intensità di quanto sta facendo. Quindi, "l'EUR/USD potrebbe scendere fino a 1".
Nell'ultima riunione la BCE ha abbassato il costo del denaro di un quarto di punto percentuale e potrebbe fare altrettanto nella prossima riunione di dicembre. La Federal Reserve, invece, dopo il maxi-taglio da mezzo punto percentuale diminuirà l'intensità, a detta di molti, in quanto i dati macroeconomici degli Stati Uniti danno prova di un'economia ancora in buona salute.