Gli investitori sono preoccupati per le oscillazioni del
dollaro USA e stanno cercando di
proteggersi nel mercato delle opzioni in vista delle elezioni presidenziali. Oggi il costo dei contratti a un mese - che per la prima volta comprendono il giorno del voto del 5 novembre - è il più alto degli ultimi due anni. Il mercato non gradisce molto l'incertezza e l'esito delle elezioni è quanto mai di difficile previsione. Gli ultimi sondaggi danno praticamente un testa a testa tra i due candidati,
Donald Trump e Kamala Harris. Ed è probabile che la corsa alla Casa Bianca si deciderà proprio sul filo di lana.
Da diverso tempo comunque i trader stanno evitando di prendere posizioni nette sulla valuta americana. Secondo i dati forniti da State Street Global Markets, il posizionamento a lungo termine alla fine di settembre è stato il più neutrale degli ultimi due anni e mezzo. Tuttavia, ora gli investitori stanno cercando di proteggere il proprio portafoglio acquistando opzioni call e put per far fronte a qualsiasi movimento di mercato.
Dollaro USA: il mercato monetario non si aspetta più grandi tagli ai tassi
Negli ultimi mesi il dollaro USA si è indebolito dopo il grande rally innescato dalla lunga campagna di strette sui tassi di interesse della Federal Reserve a partire da marzo 2022. Il rallentamento del biglietto verde si spiega con un'inversione della Banca centrale a una politica monetaria accomodante. Il grande taglio del costo del denaro di mezzo punto percentuale attuato nella riunione del 17-18 settembre ha alimentato le aspettative che la Fed porti avanti un ciclo aggressivo di riduzioni. Questo ha spinto gli investitori a vendere dollari nell'attesa che la moneta renda di meno in futuro.
A frenare la tendenza sono state le dichiarazioni del governatore dell'istituto centrale Jerome Powell, secondo cui l'economia americana è ancora in buona salute (come confermato dagli ultimi dati arrivati dal mercato del lavoro che hanno evidenziato una crescita delle buste paga di 254 mila unità, contro un consenso fissato a 142 mila, ed un calo del tasso di disoccupazione dal 4,2 al 4,1 per cento).
Di conseguenza, il mercato ha abbassato le previsioni circa i prossimi tagli negli ultimi meeting ufficiali della Fed prima della chiusura del 2024. I mercati monetari ora si aspettano un abbassamento dei tassi di mezzo punto a novembre con una probabilità solo del 30%, rispetto a una del 60% di una settimana fa.
Per quanto negli ultimi tempi il dollaro USA sia stato rimpiazzato da altri asset tipo oro e franco svizzero come valuta rifugio, non ha comunque del tutto perso tale funzione. La divisa a stelle strisce rimane pur sempre quella più utilizzata nel commercio internazionale e più presente nelle riserve delle Banche centrali. Le tensioni a livello geopolitico, con l'inasprirsi della guerra in Medio Oriente, hanno indotto alcuni investitori a rivolgersi ancora al biglietto verde nella veste di porto sicuro.