Il dollaro USA sta mostrando i muscoli sul mercato valutario in questo inizio settimana. Forte dei dati roboanti sull'occupazione americana di venerdì scorso, il Dollar Index è balzato fino a 109,98, segnando il livello più alto da novembre 2022. Euro, sterlina e yen - tutte monete con diversi problemi - hanno dovuto inchinarsi alla straordinaria forza di una valuta che non mostra segnali di cedimento.
Con gli Stati Uniti che nel mese di dicembre hanno creato ben 256 mila nuovi posti di lavoro, a fronte dei 164 mila attesi, e il tasso di disoccupazione che è calato dal 4,2% al 4,1%, i trader hanno pochi dubbi sulla resilienza dell'economia a stelle e strisce.
Questo
riduce le aspettative di una Federal Reserve aggressiva nel tagliare i tassi di interesse nel 2025. I mercati stanno ora scontando solo 27 punti base di tagli, in netto calo rispetto ai circa 50 punti base di inizio anno. Un contesto in cui altre Banche centrali, come quelle europea e britannica, dovranno proseguire sulla strada dei tagli, inevitabilmente favorisce il dollaro USA in quanto attira capitali verso una valuta a più alto rendimento.
"Gli operatori sono sorpresi dalla forza economica degli Stati Uniti", ha detto Jason Lui, responsabile della strategia azionaria e sui derivati dell'Asia-Pacifico di BNP Paribas. "Con i tassi di interesse statunitensi così alti, si avrà una fuga di liquidità in Asia, con il capitale che fluisce verso gli Stati Uniti o vi rimane".
Ma il dollaro è anche favorito dalle attese che il nuovo presidente USA Donald Trump attui dazi generalizzati azionando meccanismi inflazionistici. Anche qui si passa dalla Fed, perché se l'inflazione si rimetterà in moto, l'istituto guidato da Jerome Powell sarà più propenso a tenere elevato il costo del denaro.
Dollaro USA: cosa aspettarsi allora quest'anno?
Il rally del dollaro USA ha spinto Goldman Sachs a rivedere le sue stime: ora la banca newyorkese si attende una crescita del 5% nel 2025 "grazie alla realizzazione di nuovi dazi e alla continua sovraperformance degli Stati Uniti". Nel loro aggiornamento periodico, gli strategist della banca d'investimento americana vedono "ancora i rischi inclinati verso una maggiore forza del dollaro", hanno scritto.
Entrando nel dettaglio, Goldman Sachs prevede che
l'EUR/USD scenderà sotto la parità a 0,97 nell'arco di sei mesi, rispetto a una precedente stima di 1,05. L'ultima volta che il cambio è scivolato sotto 1 è stato nel 2022, poco dopo che la Russia aveva invaso l'Ucraina e l'Europa si è scontrata con una terribile crisi energetica.
Attualmente il "fiber" staziona intorno a 1,022. La banca ha ridotto anche le previsioni sulla sterlina da 1,32 a 1,22 dollari, dopo che il "cable" è sceso verso 1,1220 per via delle preoccupazioni sull'aumento dei rendimenti dei titoli di Stato britannici. Gli strategist di Goldman hanno inoltre portato le stime sull'AUD/USD da 0,66 a 0,62.
Questo cambiamento è palese rispetto a settembre, quando l'istituto finanziario era diventato meno rialzista sul dollaro USA a causa del fatto che la Fed aveva iniziato il suo ciclo accomodante partendo da un maxi-taglio di 0,50 punti percentuali. "Pur riconoscendo che i partecipanti al mercato dei cambi si aspettano chiaramente un certo grado di cambiamenti nella politica tariffaria, ed è difficile districare i fattori trainanti delle recenti mosse, riteniamo che ci sia più forza del dollaro in vista", hanno scritto.