Il dollaro USA non ha trovato la forza di superare livelli tecnicamente importanti e quello che sembra profilarsi adesso è un proseguimento di un trading range, ma con una maggiore probabilità di debolezza per il biglietto verde che si potrebbe estendere per tutta l’estate. La stagionalità non sorride al dollaro da qui fino a settembre e già in questo mese di aprile abbiamo capito che il suo influsso negativo si farà sentire.
Il mercato non nutre nei confronti del dollaro USA un ottimismo eccessivamente positivo e questo depone a favore della neutralità. Lo stesso mercato che aveva cominciato l’anno a ritmo di di sette tagli attesi nel costo del denaro, a oggi si è ridimensionato a due, forse tre, ma forse anche nessuno se i dati macro e di inflazione dovessere continuare a mostrare segnali incoraggianti. L’ultimo in ordine di tempo quel ISM manifatturiero che ha stupito in positivo tornando sopra i 50 punti con un’accelerazione nella componente prezzi. Stesso discorso per l'occupazione con oltre 300 mila posti di lavoro creati.
Dollaro USA: attenzione a quota 103
Quindi per ora quello che incorporano le quotazioni del dollaro USA è una politica monetaria molto soft ma che potrebbe adesso riservare sorprese dovish sfavorevoli al dollaro visto che non sono considerate più così probabili dai mercati valutari e obbligazionari.
Powell sta facendo il classico gioco dei banchieri centrali. Toni dovish alternati a dichiarazioni più "hawkish", muovendosi con maestria per mantenere in essere una politica monetaria che, questa è la mia impressione, la FED non vorrebbe toccare fino alle elezioni di novembre.
In Europa l’inflazione continua a raffreddarsi come testimoniato dagli ultimi dati preliminari di marzo. Nonostante le aspettative di riduzione nei tassi a giugno l’euro però è riuscito a reagire in modo eccellente al tentativo del dollaro di affondare la media mobile a 200 giorni. Altro indizio di come il denaro per ora non vuole abbandonare l’euro nonostante un differenziale tassi che, sulle scadenze a 10 anni, ha toccato i 200 punti base di vantaggio dei Treasury rispetto al Bund tedesco.
La sintesi di tutti questi fattori la ritroviamo nel grafico del Dollar Index incapace di superare i massimi di febbraio in quello che potremmo anche potenzialmente considerare un teorico doppio massimo. Questa linea di resistenza rappresenta ciò che 1,08 rappresenta per EUR/USD.
Con una serie di candele ribassiste consecutive, il Dollar Index sembra essere ben indirizzato verso la zona di supporto di 103 che farà da linea di demarcazione tra un semplice movimento di breve correttivo. Oppure qualcosa di diverso e non positivo per il dollaro USA. Sul quale per ora sconsiglierei di andare lunghi.