Il 2021 è stato finora un anno molto proficuo per il Dollaro americano. Nei primi 9 mesi dell'anno il biglietto verde si è rinforzato nei confronti di tutte le principali valute, con il Dollar Index in rialzo di oltre 3 punti percentuali.
Il riscatto della valuta americana arriva dopo un 2020 da incubo. Il Covid-19 ha affossato l'economia a stelle strisce, generando chiusure delle attività produttive e sterminando posti di lavoro. Le politiche monetarie ultra espansive della Federal Reserve e i piani fiscali straordinari del Governo USA hanno accompagnato una ripresa economica che ha ridato ossigeno al Dollaro facendolo risalire alla ribalta.
Dollaro USA: 3 motivi per cui potrebbe salire ancora
Adesso alcuni segnali stanno accendendo qualche spia che potrebbe essere vista con occhio critico da parte degli esperti. La variante Delta ha fatto ripiombare nuovamente l'economia americana nel caos e gli ultimi dati sull'occupazione dimostrano che il rilancio degli Stati Uniti ha ancora strada da compiere.
La debacle in Afghanistan rappresenta poi la ciliegina sulla torta di una situazione già critica e che potrebbe mettere seriamente in discussione la forza della prima superpotenza mondiale. Tutto non gioca a favore del Dollaro USA, ma in realtà ci sono almeno 3 ragioni che lasciano pensare come il biglietto verde possa continuare il rally ancora a lungo, vediamole.
Il disavanzo delle partite correnti
Il disavanzo delle partite correnti in America è cresciuto notevolmente, ma questo non significa che sia per forza un fattore negativo. Potrebbe anzi voler dire che gli investitori stranieri siano molto propensi a finanziare la crescita dell'economia statunitense sulla base di prospettive migliori rispetto ad altri Paesi. Gli Stati Uniti quindi sarebbero alla fine favoriti sui suoi partner commerciali, in particolar modo con riferimento alle economie emergenti, le cui valute sembrano molto più vulnerabili.
La posizione della Cina
L'espansione di Pechino ha fatto pensare a molti per lungo tempo che lo Yuan sarebbe stato in grado addirittura di sostituire il Dollaro americano come valuta di riferimento negli scambi commerciali a livello internazionale. Il punto è che la Cina è cresciuta tanto grazie al credito, con il Governo che si è appoggiato alle banche ogni volta che l'economia ha manifestato segni di rallentamento.
Adesso la situazione però sta dando segnali di criticità, in quanto la spesa per gli interessi pagati sul finanziamento è arrivata a superare la crescita del PIL annuale. La cosa nel lungo termine pone problemi di sostenibilità e la percezione di questo da parte del mercato potrebbe rivalutare la leadership statunitense ridando maggiore sprint al Dollaro.
La politica monetaria della Fed
Finora la Federal Reserve ha attuato una politica di tassi reali negativi con lo scopo di risollevare un'economia statunitense massacrata dalla pandemia. Tutto ciò però ha favorito un certo surriscaldamento che si è riflesso nei mercati azionari che viaggiano sui record storici e in quelli immobiliari con i prezzi delle case che crescono in maniera incontrollata.
Giocoforza il costo del denaro non può essere più tenuto così basso a lungo. Un probabile rialzo dei tassi prima del 2023 avrebbe come effetto quello di dirottare denaro verso il Dollaro USA che a quel punto renderebbe di più soprattutto rispetto a Euro e Sterlina, i cui tassi probabilmente non verranno toccati per un pò da BCE e BoE.
Il terreno per l'aumento dei tassi da parte della Banca Centrale americana potrebbe essere preparato dal tapering che con ogni probabilità verrà annunciato nelle prossime riunioni del FOMC. Da quando è scoppiata la pandemia la Fed ha inondato il mercato di dollari, passando da un'offerta di moneta M2 di 5 mila miliardi a una di 20 mila milardi. Negli ultimi mesi questa si è attenuata e forse è il primo passo verso un rientro della quantità di denaro in circolazione in tempi relativamente brevi.