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Il petrolio sta tentando di aggrapparsi al livello psicologico di 50$ al barile
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Nella sua discesa il greggio ha creato debolezza per Rublo russo e Corona norvegese riportandole sulla media mobile a 200 giorni
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EurNok ritocca i nuovi massimi storici prima di una dato di inflazione molto forte che riaccende le scommesse su un rialzo dei tassi in Norvegia.
Il ribasso nel prezzo del petrolio, sceso sotto i 50$ al barile, ha creato le premesse per una nuova ondata di vendite sulle oil currencies. Del Dollaro canadese avevamo parlato qui, ma in questo articolo di fine gennaio avevamo proprio allertato i trader circa la possibilità di assistere a nuova debolezza di breve periodo su Nok e Rub.
EurRub ha colpito in pieno la media mobile a 200 giorni in area 71 prima di rivedere flussi consistenti in acquisto. Stesso discorso su UsdRub. Il 24 gennaio in questo articolo avevamo indicato anche qui la media mobile a 200 giorni come punto di riferimento per ritentare un ingresso short su UsdRub. Possiamo dire che ci siamo.
L’altra divisa da sempre molto sensibile all’andamento del greggio è la Corona norvegese. Dopo aver ritoccato il massimo storico di 10.3 su EurNok il mercato ha reagito con vigore chiudendo una figura daily di bearish engulfing pattern. Intrigante la figura di doppio massimo potenzialmente ribassista che stiamo vedendo disegnare sui grafici anche perché la zona di supporto si posiziona attorno a quel 9.80 sul quale transita la up trend line di medio periodo. Sarà quello un livello cruciale.
Il petrolio ha raggiunto l’ipervenduto e sta cominciando a mostrare segni di divergenza con i prezzi. EurNok ha toccato l’ipercomprato ed in tutti i casi di top primario dei mesi scorsi questo indicatore tecnico sopra 70 ha sempre intercettato un livello di massimo significativo.
La reazione ribassista di EurNok è confortante per un ritorno verso il basso del cross con il dato sull’inflazione core del mese di gennaio che ha riacceso l’interesse dei trader verso la Corona. Nel primo mese del 2020 l’inflazione è salita al 2,9% contro le previsioni della Norges Bank di 2,2%. Dato ben più in alto rispetto al 1,8% di dicembre. Da capire a questo punto quanto questo gap di 70 punti base inciderà nel giudizio che darà la banca centrale sui tassi di interesse a marzo.
Lo stesso ragionamento si può fare anche per UsdNok che sta toccando in pieno la trend line ribassista che unisce i massimi del 1985 e del 2000. Anche qui siamo in ipercomprato ed anche qui è stato ritestato il massimo di ottobre 2019. Ricoperture legate ad un tentativo di reazione del petrolio potrebbero riportare UsdNok verso la media a 200 giorni di 8.95, vero spartiacque tra scenario bullish e bearish.
E’ ancora prematuro ma attenzione alla stagionalità di UsdNok del mese di aprile. Negli ultimi 20 anni il cambio è sceso ben 16 volte. Un evento che ogni trader dovrebbe scrivere su un post it datato 31 marzo.