Il primo semestre 2024 è andato in archivio e per l'universo Fores alcune sentenze sono state emesse con risultati a volte inattesi. Andiamo a vedere come si sono comportati cambi e cross. Cominciamo dai vincenti contro euro. Pochi e con percentuali non esattamente sbalorditive.
Chi ha vinto contro Euro
Rublo russo, rand sudafricano, sterlina inglese e dollaro americano sono stati tra i vincenti della prima metà dell'anno. Se per la valuta di Mosca i motivi si chiamano prezzo del petrolio in rialzo ed una sempre maggiore supremazia bellica nel conflitto con l’Ucraina, per UK e Sud Africa sono state le elezioni i market movers che hanno alimentato i recuperi delle rispettive valute. Netta maggioranza in UK, stabilità politica nel Paese emergente africano: due fattori che piacciono ai mercati.
Infine, gli Stati Uniti dove l’arcinota ritrosia della FED ad abbassare i tassi ha favorito il biglietto verde contro un euro che invece deve fare i conti con una BCE che ha già cominciato le manovre di rientro del costo del denaro.
Chi ha perso contro Euro
Ma nonostante tutto l’euro ha retto bene e su tante altre currency i guadagni si sono fatti interessanti. In alcuni casi invertendo la tendenza del 2023, in altri proseguendola.
Tra le valute del mondo sviluppato, ad esempio, lo yen giapponese non è riuscito a fornire nessun segnale concreto di risveglio. E così ha messo alle spalle un altro 12% di svalutazione dopo un disastroso 2023. Un differenziale tassi sempre ampio, rendimenti reali negativi, una banca centrale troppo timida e un debito pubblico che sfonda il muro del 250% del Pil tra le cause di questo andamento.
Ma allo yen si è unito un pò a sorpresa il franco svizzero, che invece era stato protagonista in positivo l’anno scorso. Qui la banca centrale ha le sue responsabilità dopo la doppia sforbiciata nel costo del denaro e i ripetuti interventi verbali che minacciano interventi se il franco si dovesse rafforzare troppo. E così il CHF ha perso nei primi sei mesi dell’anno quasi il 5%.
Cosa è successo nel Mondo emergente
È però nel Mondo emergente che si sono visti movimenti anche importanti. Se la lira turca ha proseguito nella sua fase di debolezza perdendo quasi un altro 10% di valore (dopo aver abbassato a sorpresa i tassi), le due valute latino-americane real brasiliano e peso messicano hanno invertito la tendenza.
Il real, che stava già perdendo colpi sul finire del 2023, ha perso per strada un altro 10% sull’onda di una banca centrale che ha cominciato a ridurre vistosamente il costo del denaro grazie ad un’inflazione in rapido rientro.
Il peso messicano, grande protagonista nel 2023, ha pagato a caro prezzo un posizionamento speculativo troppo forte dal lato long da parte degli speculatori, ma soprattutto l’elezione della neo Presidente Claudia Sheinbaum, evidentemente non gradita ai mercati.
Questo il quadro di un 2024 che si prospetta ancora molto interessante viste le incertezze che avvolgono le politiche monetarie delle principali banche centrali. Quella americana in primis e che di fatto influenzerà inevitabilmente anche le altre autorità monetarie con indubbi effetti sull’andamento delle valute nazionali. Il secondo semestre, ne sono sicuro, non ci risparmierà sorprese e volatilità.