Hard o soft Brexit? Nulla di tutto questo, domenica si è deciso di non decidere. I colloqui tra Londra e Bruxelles hanno lasciato tutto in sospeso prolungando la scadenza per un accordo. Dopo quasi un anno di tira e molla dunque si giunge a un altro capitolo della serie, seppur l'ottimismo per un lieto epilogo non abbondi da entrambe le sponde.
Questa tregua armata ha il sapore dell'ultima spiaggia per evitare che una fumata nera definitiva provochi un'onda d'urto sui mercati finanziari seminando il caos nelle economie dell'Unione e della Gran Bretagna. E in questo momento così delicato nella storia del Vecchio Continente, probabilmente questo è un lusso che non ci si può permettere.
Brexit: i nodi ancora da sciogliere
Uno dei punti controversi su cui non c'è verso di agguantare un compromesso in extremis riguarda la pesca. La Gran Bretagna rivendica i propri diritti sulle acque territoriali, l'UE chiede il rispetto della concorrenza leale altrimenti il Regno Unito dovrà sopportare tutte le conseguenze dal discostamento delle regole.
Intanto il Ministero della Difesa britannico è pronto a inviare quattro navi pattuglia della Royal Navy dal 1°gennaio 2021 per sorvegliare i luoghi di pesca in caso di no-deal. Ovviamente tutto ciò in virtù del fatto che giungeranno a scadenza le norme che consentono il libero accesso alle imbarcazioni europee.
Non di meno sono i contrasti sulle norme ambientali. L'Unione Europea considera il rispetto di queste una conditio sine qua non per consentire l'accesso al mercato unico, anche e soprattutto per evitare che le imprese britanniche abbiano un vantaggio competitivo.
Tuttavia, con l'evolversi dei colloqui sembra che Bruxelles possa evitare di imporre sanzioni commerciali in via unilaterale ma accetti la risoluzione tramite l'arbitrato.
Insomma i negoziati nei prossimi giorni si preannunciano infuocati. Questa settimana sarà decisiva e il tempo stringe, sarà difficile immaginare un'ulteriore estensione della deadline nell'ultimo scorcio del 2020. Arriverà il tanto atteso regalo di Natale ai mercati?
Brexit: la Sterlina guadagna terreno, durerà?
Nell'attesa che la matassa si sbrogli in via definitiva, la Sterlina intanto riprende quota sul Dollaro USA e sull'Euro. Oggi i cross GBP/USD ed EUR/GBP sono rispettivamente aumentati dell'1,29% e diminuiti dell'1%. In maniera particolare sul biglietto verde pesa anche l'ultima riunione dell'anno del FOMC della FED, che mercoledì deciderà con ogni probabilità di estendere il piano di acquisti dei titoli del Tesoro a più lunga scadenza per contenere i rendimenti.
Una buona parte degli analisti comunque non vede duraturo il rally della moneta britannica. Secondo Junichi Ishikawa, stratega valutario senior presso IG Securities a Tokyo, solo un accordo anche parziale potrebbe salvare la valuta di Sua Maestà, per questo ora sarebbe quantomeno azzardato acquistare sterline.
Qualora entro il 31 dicembre non dovesse arrivare il disco verde dai colloqui tra Londra e Bruxelles, 1.000 miliardi di dollari nel commercio annuale sarebbero sottoposti a dazi e quote. E sia le imprese britanniche che quelle europee verrebbero colpite, ma con la Sterlina più vulnerabile rispetto all'Euro.