La tempesta sullo yen giapponese sembra essere meno devastante di quello che il mercato della speculazione più spicciola sembrava aver stimato nel corso delle ultime settimane. Sull’onda di un pessimismo piuttosto estremo, USD/JPY si era spinto fino a 145 convinto da un differenziale tassi tra dollaro e yen di nuovo in allargamento.
La speculazione circa un cambio di atteggiamento da parte della banca centrale giapponese, almeno per quello che riguarda il controllo della curva, ha avuto però il merito di riportare i tassi a 10 anni giapponesi vicini al limite superiore della banda dello 0,5% restringendo lo spread verso il corrispondente tasso USA e favorendo un corposo rientro di USD/JPY superiore alle otto figure.
Il sentiment negativo particolarmente estremo sullo yen sembra in parte rientrato, ma quello che abbiamo visto sul secondo cambio più gettonato al mondo dopo EUR/USD, è stato un classico movimento di pullback post rialzo. Il difficile arriva però adesso per lo yen e, stando ai sintomi che emergono da EUR/JPY, il peggio non appare ancora alle spalle.
Cambio USD/JPY: focus sulla BoJ
Il meeting del 27 e 28 luglio della Bank of Japan sarà decisivo per comprendere le intenzioni della banca centrale giapponese dopo la timida apertura di Ueda, il Governatore entrato in carica quest’anno, ad una possibile revisione della politica monetaria. Il capo della BoJ ha infatti commentato l’evoluzione dell’inflazione nipponica con un “controlleremo le premesse per eventuali variazioni di politica monetaria ad ogni prossima riunione”.
Le solite parole criptiche che servono per tenersi aperte le porte senza dare troppe conferme ai mercati. Per il Giappone il problema della svalutazione eccessiva dello yen è proprio quello di dare ulteriore vigore ad un’inflazione tuttora sopra il target del 2% fissato dalla banca centrale come ideale. Inflazione “desiderata” da anni per un paese che ha conosciuto più deflazione che inflazione nel ventunesimo secolo.
Tecnicamente USD/JPY ha fatto quello che doveva dopo la formalizzazione del testa e spalla rialzista di maggio. Un pull back da manuale dell’analisi tecnica che ha trovato nella linea del collo della figura il punto di minimo (137) dal quale il cambio sembra voler ripartire. Ritracciato il 38,2% del rialzo cominciato a gennaio 2023, l’aspettativa è per un nuovo interessamento della zona compresa tra 140 e 145 prima di quella che dovrebbe essere una nuova zampata ribassista per USD/JPY.
Lo stesso EUR/JPY, che permane sopra 155 e quindi non lontano dai massimi dell’anno, sembra confermare come la pressione in vendita sulla divisa giapponese è ancora alta. Sarà la BoJ la prossima settimana a chiarire meglio cosa aspettarsi per agosto.