Nonostante il prezzo del petrolio fatichi a ritrovare la strada del rialzo, la corona norvegese tiene le posizioni; potremmo finalmente essere di fronte alla possibilità di una reazione della NOK che finora non si è vista.
Tra poco analizzerò il grafico di EUR/NOK, ma intanto è giusto considerare un primo aspetto paradossalmente positivo per la corona. Con il calo del prezzo di petrolio e gas la Norvegia potrebbe indirettamente ricavare un beneficio. Il perché viene spiegato dal meccanismo di compensazione delle entrate fiscali che adotta la banca centrale per evitare un eccessivo accumulo di NOK durante i boom dei prezzi energetici. Come quello del 2022.
Essendo le tasse pagate dalle società operative in Norvegia naturalmente in NOK, le aziende appartenenti al settore oil&gas, quando i prezzi delle materie prime salgono, pagano più tasse a Oslo creando scompensi anche importanti a seconda delle stagioni. E così la banca centrale ha un programma mensile di vendite di corone che varia a seconda degli introiti fiscali. Nei mesi scorsi il boom di gas e Brent aveva costretto la banca a vendere massicce quantità di NOK per tenere diversificate le riserve valutarie. Generando in questo modo debolezza sulla NOK. E inflazione importata più alta.
Lentamente però la Norges Bank sta rallentando le vendite annunciate a 1000 milioni di NOK in luglio dai 1300 di giugno. Meno NOK in vendita sul mercato e il ribasso della valuta dovrebbe rallentare di conseguenza coincidendo anche con una politica monetaria che potrebbe farsi interessante per gli investitori in obbligazioni norvegesi.
EUR/NOK: focus su petrolio e BCE
Non sfugge infatti come attorno alla soglia delle 12 NOK per EUR, il disegno che prende corpo è quello di un ipotetico testa e spalla di inversione ribassista che verrebbe formalizzato sotto 11,30.
Nordea Research indica area 12 come un livello di equilibrio oltre il quale difficilmente dovrebbe andare la corona nei prossimi mesi. Sono d’accordo, il livello, anche tecnicamente, mi sembra molto interessante per accumulare quella che ai tempi della crisi dell’euro era considerata una delle valute rifugio per eccellenza.
In realtà la NOK è una divisa estremamente ciclica e dipendente dall’andamento dell’economia globale di cui il petrolio è un riflesso evidente.
La banca centrale norvegese ha alzato i tassi di 50 punti base nell’ultima riunione confermando che nuovi ritocchi ci saranno nel corso dell’estate stimando un tasso terminale al 4,25%. Siamo in zona BCE e questo potrebbe spiegare il perché EUR/NOK sembra essere andato in stallo attorno a quota 12.
Se il petrolio dovesse riprendere vigore (le notizie che arrivano dalla Cina con il PMI manifatturiero in contrazione lasciano poche speranze), oppure la BCE mostrarsi più remissiva sui tassi, allora la situazione si potrebbe sbloccare a favore della NOK. Che sotto 11,3 di EUR/NOK prenderebbe sicuramente vigore.