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Dopo i diversi tagli al costo del denaro la Turchia decide di invertire la rotta alzando i tassi, preoccupata dall'inflazione in doppia cifra;
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Permangono diverse criticità sulla Turchia, a partire dalle tensioni geopolitiche con l'Europa nel Mediterraneo;
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EUR/TRY tocca i massimo storici sopra 9, ma alcuni eccessi lasciano pensare che forse il cross è andato troppo in là nel rialzo
La Turchia a sorpresa ha deciso di alzare i tassi di interesse per la prima volta in 2 anni per contenere l’inflazione. Una decisione corretta ma tardiva, anche perché giunta dopo un ripetuto taglio nel costo del denaro nel 2020, quando era evidente che si stavano ponendo le basi per un massacro valutario che poi è arrivato con EUR/TRY a nuovi massimi storici sopra 9.
La Banca centrale ha alzato il costo del denaro di 200 punti base riportandolo al 10,25%, ricoprendo in parte quei 375 punti base tagliati quest’anno. L’ultimo rialzo è datato settembre 2018 quando la Lira toccava quota 8 contro l'Euro, dopo un drammatico sell off estivo.
Quel tampone monetario permise a EUR/TRY nei mesi successivi di raffreddare la temperatura scendendo fino a 6, a ridosso della media mobile a 200 giorni. Dovesse andare nella stessa maniera potremmo stimare in area 7,75/8 il potenziale punto di approdo del rimbalzo.
La Turchia è il primo Paese del G20 che alza i tassi di interesse dall’avvio del Covid-19 ed è la prima Banca centrale che risponde in questo modo all’aumento delle pressioni inflazionistiche in buona parte generate dalla svalutazione stessa. In agosto l’inflazione turca è stata pari all'11,7% a causa di un processo di indebolimento della Lira crollata del 33% nel corso del 2020.
Il tentativo di arginare la svalutazione ha svuotato le riserve valutarie di un istituto centrale vittima dei suoi stessi errori. Nonostante la ripresa nelle esportazioni dettate da convenienza valutaria e basso prezzo delle commodity di cui la Turchia è importatore netto, l’economia rimane sempre molto debole e difficilmente riuscirà a recuperare il -9.9% su base annua collezionato nel secondo trimestre
EUR/TRY: analisi tecnica e strategie operative
Tecnicamente EUR/TRY è poco analizzabile se non nella sua componente di eccesso di sentiment negativo. La distanza del prezzo spot dalla media mobile a 200 giorni ha raggiunto livelli importanti che storicamente hanno agevolato la formazione di un top destinato a durare per qualche mese.
Vedremo se anche stavolta andrà in questa maniera perché alla pandemia si sommano le tensioni con l’Europa sui flussi migratori e sull’utilizzo delle risorse naturali nel Mediterraneo, annosa questione portata avanti con la Grecia. Difficile consigliare ad un trader di entrare quando il coltello sta cadendo, ma azzardare uno short EUR/TRY confidando nella maggior fiducia trasmessa dai mercati sull’inversione della politica monetaria può essere una scommessa di breve termine da portare avanti. Naturalmente occhio agli stop che non possono andare oltre 9,05.