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Il mese di maggio non è andato come da attese. Le valute emergenti che dovevano essere perdenti sono risultate le vincenti. Male il Dollaro Usa
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Giugno offre fin da subito diverse interessanti conformazioni grafiche che potrebbero essere sfruttate dai trader sul forex
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UsdChf, UsdPln e NzdUsd sono i tre rapporti di cambio analizzati oggi
Dopo un maggio sicuramente anomalo per i mercati valutari comincia oggi il mese di giugno. Le valute emergenti che dovevano essere quelle stagionalmente più fragili hanno mostrato il mese scorso una bella vitalità, con recuperi che sono andati dal 9% del Peso messicano al 6% di Rublo russo e Rand sudafricano.
A sostenere i corsi delle valute emergenti la debolezza del Dollaro, che assieme a Yen e Sterlina è stato il grande sconfitto. Proprio il movimento del biglietto verde negli ultimi giorni di maggio ha acceso i riflettori su diversi rapporti di cambio che possono diventare interessanti per chi ama fare trading sul Forex.
Forex: i motivi tecnici e stagionali alla base delle strategie
Cominciamo da un rapporto di cambio poco volatile ma dall’immensa liquidità sul mercato come UsdChf. Iniziamo da qui perché proprio la stagionalità (sempre lei) del mese di giugno sembrerebbe non sorridere a chi è short. Andare short su UsdChf è stata una scelta vincente in 9 degli ultimi 10 anni ed in 15 degli ultimi 20. Andando ad osservare il grafico possiamo poi notare che, dopo un periodo di consolidamento con la tipica figura triangolare a massimi e minimi convergenti, il Franco sta tentando di forzare i supporti. La presenza a 0.975 di due resistenze belle toste rappresentate dalla down trend line e dalla media mobile a 12 mesi, rendono ancora più ghiotta l’occasione di tentare lo short o su un ritorno a 0.965 oppure al break confermato di 0.96. Naturalmente lo stop va posizionato sulle resistenze sopra citate.
Un secondo rapporto di cambio che considero interessante è UsdPln. La valuta polacca ha stranamente sfruttato un contesto di mercato che in teoria avrebbe dovuto essere sfavorevole. Il taglio dei tassi al minimo storico di 0.1% ed il rinforzo del piano di QE non hanno scalfito il sentiment di mercati che hanno tirato dritto sull’onda di un generale repricing per gli asset emergenti di cui lo Zloty è parte importante soprattutto su fondi ed ETF di settore.
Il grafico però ci dice che abbiamo raggiunto un livello di supporto interessante. A 4 UsdPln incrocia il massimo di settembre 2019 oltre che a veder rappresentata la perfetta uguaglianza in ampiezza delle due gambe ribassiste partite dal massimo di 4.29. Poco sotto, a 3,97, si posiziona il 61.8% di ritracciamento dell’intero rialzo. Il raggiungimento del livello di ipervenduto da parte del RSI completa il quadro. Qui si può tentare il long con stop sotto 3.95.
Ultimo cambio di cui voglio parlare oggi è NzdUsd, tipico trade da pro e contro commodity. Il Kiwi, così viene chiamato comunemente NzdUsd, dopo essere sprofondato a marzo a 0.57 ha velocemente recuperato 0.62 in perfetta sintonia con l’umore positivo dei mercati. Ora però viene il difficile. NzdUsd infatti si trova di fronte la zona di resistenza di 0.625 dove si posizionano i minimi del 2015 e del 2019 e che proprio a fine febbraio era stata violata con decisione. Non escluderei che quei trader che hanno visto l’inferno dei margin call sui loro trade long, da queste parti abbandoneranno la partita riportando un po' di lettera sul Kiwi.