Dopo la minaccia dei dazi al 100% contro Pechino, il presidente Trump ha scelto una strada di flessibilità, spostando il focus dalle guerre commerciali alla più innocua querelle sull’olio da cucina. Un gesto che non nasce dal caso: ridurre la tensione con la Cina, dopo mesi di sfide retoriche, segna la volontà di tornare al tavolo, non di ribaltarlo.
Un pragmatismo che risuona anche oltre l’Atlantico. In Francia, il governo Lecornu archivia la linea dura sulle pensioni e cerca un accordo di bilancio più realistico, nel segno della sopravvivenza politica. In Germania, la consapevolezza cresce: i dati del manifatturiero restano deboli, e la spinta fiscale tarda a farsi sentire. Eppure, in questo clima di incertezza, un’altra forma di realismo sta maturando: l’Europa appare pronta a rimettere mano ai suoi obiettivi climatici, rallentando la corsa verso l’azzeramento delle emissioni.
Non una resa, ma un riconoscimento dei limiti di un’economia che non può più permettersi l’ideologia dell’assoluto. Dal dogma alla mediazione: è la stessa traiettoria che oggi percorre la geopolitica americana. Meno proclami, più calcolo. Perché, alla fine, anche la potenza ha bisogno di equilibrio.
PMI e CPI: un venerdì da leoni
Come abbiamo imparato in questi giorni di shutdown, gli unici dati che vengono diffusi sono quelli elaborati da entità private. Tra questi figurano anche i celeberrimi PMI. Acronimo di Purchasing Managers’ Index, questi indici, che misurano il sentiment dei direttori degli acquisti, sono tra i più affidabili barometri per capire in anticipo l’andamento dell’economia. Venerdì, in particolare, in agenda troviamo le stime preliminari elaborate da S&P per l’Area Euro, il Regno Unito e gli Stati Uniti (per i numeri definitivi occorrerà attendere il 3 novembre).
Sempre venerdì è in calendario un’eccezione alla regola secondo cui la diffusione dei dati governativi non avviene durante gli shutdown. Il Dipartimento del Lavoro ha deciso di richiamare parte del personale per completare il rapporto sul CPI, l’indice dei prezzi al consumo, di settembre, un dato indispensabile per permettere alla Social Security Administration di aggiornare gli assegni previdenziali prima del 1° novembre. Il Bureau of Labor Statistics (BLS) ha confermato che la pubblicazione avverrà il 24 ottobre alle 8:30 (ora di Washington), nove giorni dopo la data originaria.
“Questa diffusione eccezionale permetterà alla Social Security Administration di rispettare le scadenze di legge e garantire pagamenti accurati e tempestivi”, si legge in una nota ufficiale. Ovviamente si tratta di indicazioni che faranno parecchio comodo anche alla Federal Reserve, che si riunisce a fine mese.
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