La settimana delle Banche centrali è arrivata e non ha scompaginato gli scenari delineati dal mercato nelle settimane precedenti. La BCE ha confermato i tassi, la Fed ha tagliato il costo del denaro di 25 punti base. Un Jerome Powell visto più aperto rispetto al solito ha ridotto le probabilità che nel meeting del prossimo 10 dicembre la Fed tagli nuovamente il costo del denaro.
Uno scenario che fino alla settimana scorsa era visto dal mercato con il 90% di probabilità e che il 31 ottobre era già sceso al 65%. La Banca centrale americana viaggia in assenza di dati macro a causa dello shutdown e non vuol sbagliare mossa, stretta in quella trappola che Powell nuovamente ha ricordato la scorsa settimana: un mercato del lavoro debole e in rallentamento a fronte di un’economia che grazie agli ingenti investimenti nell’AI continua a crescere.
Per capire la portata del dilemma, i datori di lavoro USA da inizio anno hanno annunciato quasi 946.000 licenziamenti, di cui quasi 17mila per l’AI e 20mila per l’automazione. Il dato è il peggiore dal 2020, quando scoppiò la pandemia. Intanto da dicembre la Fed terminerà il Quantitative Tightening, poi si cercherà di capire che fare sul fronte dei tassi. In fin dei conti maggio 2026 non è così lontano, la luce in fondo al tunnel può rendere più aperto anche Jerome Powell.
Senza dati, mercati al buio
Quinta settimana di shutdown federale, uno dei più lunghi della storia moderna: una paralisi politica che ormai sta generando un conto salato per l’economia reale. Il Congressional Budget Office ha quantificato l’impatto tra i 7 ed i 14 miliardi di dollari di perdite per il PIL, con un taglio temporaneo della crescita di 1-2 punti percentuali nel quarto trimestre 2025, dovuto principalmente al mancato pagamento di 650.000 dipendenti federali e al blocco dei sussidi alimentari SNAP che servono oltre 40 milioni di americani.
Con il Presidente Trump rientrato dal tour asiatico, il negoziato al Congresso resta inchiodato sullo stesso punto: i democratici chiedono il rinnovo dei crediti d’imposta sanitari ACA (Affordable Care Act), i repubblicani spingono per una stopgap “pulita” (una legge-ponte che finanzi temporaneamente il governo senza inserire cambi di policy o clausole controverse).
Nel frattempo, i mercati oscillano tra indifferenza tattica e preoccupazione crescente per l’assenza dei dati ufficiali - inflazione compresa - che rende la Federal Reserve cieca proprio mentre deve decidere sui tassi.
Dal governatore dell’istituto con sede a Washington mercoledì scorso è arrivato un campanello d’allarme: il nuovo taglio dei tassi nel meeting di dicembre non può esser dato per scontato. E venerdì sono agenda proprio i dati relativi il mercato del lavoro, il cui indebolimento ha spinto l’istituto con sede a Washington a mettere temporaneamente in secondo piano il contenimento dei prezzi al consumo.
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