Donald Trump sembra aver perso la credibilità sul mercato. Solitamente quando il Presidente USA o un importante banchiere centrale si trova in questa situazione, i mercati vivono fasi di volatilità e nervosismo. Questa volta è diverso: i warning e le minacce avanzate dal tycoon americano sono in potenza degli elementi molto negativi per i mercati internazionali, sia sul fronte azionario che obbligazionario.
Le ripetute marce indietro degli ultimi mesi, sintetizzate con cinismo e ironia dal termine TACO, hanno smontato la credibilità di Trump e ora, nonostante la lettera all’UE della scorsa settimana, gli investitori non prezzano la possibilità che realmente gli Stati Uniti possano attivare i dazi al 30% dal 1° di agosto.
Se l’Europa permane comunque a rischio, Wall Street ha colto l’occasione di aggiornare i record storici grazie al traino di NVIDIA e a rapporti più distesi con la Cina. E se i rapporti tra Donald Trump e Jerome Powell hanno subito un ulteriore escalation di toni, in un’ottica sistemica la legge sulle stablecoin approvata dalla Camera USA la scorsa settimana rappresenta un’ulteriore pedina capace di allentare le pressioni sul debito sovrano statunitense.
La partita a scacchi di Trump continua ma il TACO mood per ora spinge ai massimi Wall Street.
La BCE prende tempo
Quella che si preannunciava come una tranquilla riunione estiva per la Banca Centrale Europea, quasi una formalità per osservare gli effetti del taglio dei tassi a giugno, si è trasformata in un crocevia denso di incognite. Sono due i fattori che non permettono a Lagarde & Co. di dormire sonni tranquilli: il continuo apprezzamento dell’euro (l’EUR/USD da inizio anno ha guadagnato il 12%) e la minaccia, sempre più concreta, di dazi punitivi da parte degli Stati Uniti (al momento l’ipotesi di tariffe al 30% è la più probabile).
Nonostante tutto, ed in linea con la prassi di intervenire solo in presenza di misure effettive, e non sulla base di annunci e minacce, giovedì prossimo a prevalere dovrebbe essere la prudenza. La quiete, dunque, è solo apparente. La BCE prenderà tempo, mantenendo i tassi invariati. Ma la pausa estiva di Christine Lagarde si preannuncia tutt’altro che tranquilla.
Giovedì sarà anche la volta, degli aggiornamenti sul sentiment dei direttori degli acquisti. Elaborati da S&P Global, i PMI (Purchasing Managers’ Index) preliminari relativi al mese di giugno 2025 saranno diffusi sia nella versione relativa al manifatturiero che in quella sul comparto servizi. A maggio i dati relativi al secondario di Eurolandia e Gran Bretagna si sono attestati sotto la fatidica soglia dei 50 punti, quella che divide espansione e recessione dell’attività economica, mentre il PMI a stelle e strisce è risultato in espansione. Tutti positivi invece i dati sull’andamento del terziario.
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