Un messaggio chiaro alla Fed: a dicembre i tassi vanno tagliati per evitare discese dei corsi di Borsa e volatilità. Nelle ultime due settimane il tema della politica monetaria USA ha tenuto sulle spine gli investitori internazionali, preoccupati da alcune parole dei banchieri centrali a stelle e strisce che ventilavano la possibilità di mantenere i tassi sui livelli attuali.
La forte crescita di tale scenario, arrivato a essere prezzato alla pari di una sforbiciata del costo del denaro di 25 punti base il prossimo 10 di dicembre, ha immediatamente spinto il mercato in modalità risk off. La vicinanza alla fine dell’anno, le performance maturate da gennaio e alcuni dubbi sulle valutazioni raggiunte dai titoli Tech legati all’AI sono elementi che contribuiscono a mettere sull’attenti gli operatori, pronti a valorizzare le proprie posizioni qualora lo scenario dovesse modificarsi.
Nel corso della passata ottava i timori di un mancato taglio sono rientrati, così come fotografa il FedWatch Tool che ora vede l’87% degli analisti aspettarsi una sforbiciata di 25 punti base dei tassi, e con esso il clima da risk off. Complice un’ottava a scartamento ridotto per via del Thanksgiving, i mercati hanno rialzato la testa e mandato un messaggio chiaro alla Fed: i tassi a dicembre vanno tagliati.
Fed senza payrolls
Finito lo shutdown, Washington prova a rimettere in moto la macchina federale. Sulla carta è un ritorno alla normalità, ma i mercati sanno che la normalità, stavolta, ha contorni sfumati. Il blocco delle attività governative ha lasciato una scia di ritardi che entra ora nel cuore del processo decisionale di politica monetaria.
A differenza degli altri primi venerdì del mese, nella settimana che si apre oggi non verranno diffusi i dati su non-farm payrolls e tasso di disoccupazione, due tasselli chiave del mosaico macro. Non è una scelta tecnica, ma la conseguenza diretta del congelamento amministrativo imposto dallo shutdown. Il risultato è un buco informativo proprio nel momento in cui la Federal Reserve è chiamata a calibrare il prossimo passaggio del suo ciclo di politica monetaria.
Quando il FOMC si riunirà il 9-10 dicembre, sul tavolo mancherà uno dei riferimenti più osservati da trader, investitori istituzionali e desk macro: la dinamica del mercato del lavoro. La Banca centrale dovrà affidarsi a indicatori parziali, dati storici e forward guidance, in un contesto in cui l’asimmetria informativa tra Fed e mercato rischia di ampliarsi invece di ridursi.
Lo shutdown, formalmente archiviato, rientra così dalla finestra sotto forma di opacità statistica. La normalità è solo apparente: se il governo ha riaperto, il flusso dei dati che alimenta le decisioni della Fed resta interrotto. E anche quando le luci negli uffici federali si riaccendono, i mercati scoprono che gli effetti del blocco continuano a farsi sentire, proprio dove conta di più: nella qualità delle informazioni su cui si costruisce la politica monetaria.
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