È stata una settimana complicata la scorsa. Iniziata con l’euforia per la fine dello shutdown e girata al pessimismo quando la firma di Donald Trump è stata posta sull’accordo siglato tra Repubblicani e Democratici. Il sigillo del numero uno della Casa Bianca è come se avesse risvegliato gli investitori: la ripresa della pubblicazione dei dati macro cosa ci porterà?
Il mercato ha iniziato a prezzare uno scenario in cui a dicembre la Fed possa non tagliare il costo del denaro. Elemento che ha iniziato a penalizzare i titoli tecnologici. Nel frattempo si è registrata una crescita del focus rivolto alle valutazioni delle aziende legate all’intelligenza artificiale.
Molto rumore hanno fatto anche le posizioni di Michael Burry su Palantir e NVIDIA così come le parole del celeberrimo gestore circa la gestione degli ammortamenti. Per Burry diverse Big Tech hanno modificato la vita utile dei propri server e apparati di rete, riducendo miliardi di ammortamenti e gonfiando (contabilmente) gli utili. Nuove indicazioni dovrebbero giungere il prossimo 25 novembre.
Nel frattempo non resta da capire se in vista del Natale le Borse riprenderanno la strada del rialzo o se invece questi timori faranno volare le bolle sui mercati.
Il buco nelle statistiche
Con 43 giorni di durata, lo shutdown 2025 è stato il più lungo della storia statunitense. L’accordo bipartisan che ha messo fine al blocco fa ripartire i finanziamenti fino al 30 gennaio e rinvia a dicembre il voto-chiave sui sussidi ACA (Affordable Care Act).
L’intesa è frutto di una mediazione bipartisan al Senato, con una pattuglia di Democratici che ha votato con i Repubblicani per sbloccare il dossier e rimandare il terreno sanitario a un voto separato. Secondo le stime, il costo diretto dei congedi temporanei dal lavoro supera centinaia di milioni di dollari al giorno in retribuzioni non erogate, mentre l’impatto su domanda e servizi può sottrarre fino a 1-2 punti di PIL trimestrale su orizzonti di quattro-otto settimane di blocco.
La sospensione dei benefici SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program, il più grande programma federale di assistenza alimentare) ha aggiunto pressione sui consumi delle famiglie più fragili e sulla spesa locale, amplificando gli effetti moltiplicativi del fermo. Una portavoce della Casa Bianca ha segnalato che i report di ottobre su lavoro e inflazione potrebbero non vedere la luce, creando una lacuna nelle time series che guidano le decisioni di mercato, policy e risk management.
Nel complesso, lo shutdown 2025 chiude i battenti ma lascia una coda lunga: un bilancio federale tenuto insieme da un ponte fino a fine gennaio, un voto sanitario potenzialmente divisivo a dicembre e, soprattutto, un buco informativo che rischia di rendere opaca la traiettoria macro nel trimestre.
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