La scorsa settimana per la prima volta nella sua storia il Nasdaq 100 si è spinto sopra la soglia dei 21mila punti, mostrando una forza propulsiva davvero significativa. Non è stato l’unico indice di Wall Street a mostrare i muscoli: sui top di sempre anche l’S&P 500, così come il Russell 2000 che sfruttando l’effetto Donald Trump ha avvicinato i record storici toccati nel novembre 2021.
La vittoria del Tycoon è stato l’evento più significativo della scorsa settimana, capace di riportare euforia sui listini statunitensi. A contribuire a sostenere un approccio risk-on sono state anche le parole accomodanti di Jerome Powell. La Fed ha tagliato il costo del denaro di 25 punti base e la possibilità che anche il prossimo 18 dicembre avvenga lo stesso sono molto concrete.
E se le small cap e i titoli Tech USA hanno messo il turbo con Trump futuro Presidente, diverso è il discorso per i mercati azionari del Vecchio Continente. Dopo le prime ore di contagio positivo, gli investitori internazionali hanno iniziato a riflettere sulle possibili ricadute dell’arrivo del rappresentante repubblicano alla Casa Bianca. I dazi che andranno a colpire tanto i produttori di auto che quelli di abbigliamento e generi alimentari sono un peso prospettico che il mercato sta iniziando a prezzare.
CPI in focus: cosa farà la Fed?
Dopo l’abbuffata della scorsa settimana, nell’ottava che inizia oggi il dato più importante sarà diffuso mercoledì, quando il Bureau of Labor Statistics pubblicherà l’indice che misura l’andamento dell’inflazione USA nel mese di ottobre. Nella precedente rilevazione il dato “headline” è sceso dal 2,5 al 2,4%, sui minimi dal febbraio del 2021, e nuovi segnali del fatto che la dinamica inflattiva è sotto controllo rafforzerebbero la posizione della Federal Reserve.
Dal meeting della scorsa settimana dell’istituto guidato da Jerome Powell è emersa la disponibilità a ridurre nuovamente i tassi nella riunione del prossimo 18 dicembre: il FedWatch Tool del CME prezza questa probabilità al 68%. Per ora, ha fatto sapere Powell, le misure promesse da Trump (che presentano diversi elementi che potrebbero spingere al rialzo i prezzi) non incideranno sulla volontà della Fed di normalizzare il costo del denaro.
Tra gli altri appuntamenti della settimana, domani sarà la volta degli aggiornamenti sull’andamento del mercato del lavoro britannico e sarà pubblicato l’indice tedesco ZEW mentre giovedì attenzione ai dati relativi al Prodotto interno lordo e alla produzione industriale di Eurolandia e ai prezzi alla produzione statunitensi.
La settimana si chiuderà con i numeri britannici su Pil e produzione industriale e con l’aggiornamento a stelle e strisce che misura l’andamento delle vendite al dettaglio (che rappresentano due terzi della ricchezza prodotta dalla prima economia).
A questo link è possibile leggere tutta la Weekly Note di Vontobel