È stata una settimana davvero ricca di eventi quella che abbiamo vissuto. Se l’ottava si è aperta all’insegna della volatilità e del nervosismo generato da DeepSeek, il prosieguo ha visto i mercati alle prove delle Banche centrali e delle trimestrali.
Per quanto riguarda la politica monetaria, nessuna sorpresa è giunta dall’America e dall’Europa: la prima ha confermato il costo del denaro, la seconda lo ha tagliato di 25 punti base. Con quello di giovedì la BCE è arrivata a 5 tagli consecutivi, con Christine Lagarde che ha evidenziato come il percorso di allentamento sia destinato a proseguire visto lo stato dell’economia europea. Sul fronte americano, la Federal Reserve prima di muoversi vuole aver maggior visibilità su quelle che saranno le prossime mosse di Donald Trump, con il tycoon che come promesso in campagna elettorale ha già puntato il dito contro Messico e Canada, colpiti da dazi del 25%.
In mezzo a tutto questo, sono stati giorni caldi per i titoli tech, alle prese certamente con l’effetto DeepSeek ma anche con la pubblicazione dei dati trimestrali. E se a Wall Street a uscire sconfitta è stata Microsoft, a Piazza Affari a pagare dazio ai risultati trimestrali e alle prospettive per il nuovo anno è stata invece STM.
Un’ottava ricca di dati
PMI, NFP e BoE: sono tre gli acronimi che finiranno per caratterizzare la settimana che inizia oggi. Iniziamo con l’indice che misura il sentiment dei direttori degli acquisti, il PMI (Purchasing Managers Index), che lunedì nel caso del manifatturiero e mercoledì in quello dei servizi ci dirà molto, in versione definitiva, dello stato di salute dei due settori economici.
Nel caso di Eurolandia, il primo è destinato a confermarsi ancora una volta sotto quei 50 punti che fanno da spartiacque tra espansione e recessione dell’attività economica (è dal luglio 2022 che si trova sotto questo livello). Il PMI servizi dovrebbe invece attestarsi sopra questa soglia chiave per il secondo mese consecutivo.
Il secondo acronimo sintetizza le Non-Farm Payrolls, l’indicatore USA che misura il saldo delle buste paga nei settori non agricoli. Insieme al tasso di disoccupazione ed all’indice che tasta il polso all’andamento delle retribuzioni, venerdì le NFP ci forniranno indicazioni particolarmente importanti per capire lo stato di salute della prima economia e utili a predire quelle che saranno le future mosse della Federal Reserve.
A chiudere la carrellata ci pensa la Bank of England che giovedì dovrebbe, i contratti swap prezzano questa possibilità al 92%, tornare a tagliare i tassi di 25 punti base. Dopo aver confermato il benchmark nel mese di dicembre, l’istituto guidato da Andrew Bailey potrebbe approfittare del calo dell’inflazione al 2,5% registrato nell’ultimo mese dell’anno.
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