Che la Germania sia in difficoltà lo si sapeva già da più di un anno ma ciò che sorprende gli investitori è l'incapacità di risalire la china dell'ex locomotiva d'Europa. Gli ultimi dati tedeschi di oggi confermano l'andamento negativo e spingono il cambio EUR/USD su livelli che non si vedevano da novembre 2022.
EUR/USD a picco: cosa succede alla Germania?
La Germania tira un sospiro di sollievo, almeno per ora. Nel terzo trimestre, l’economia tedesca ha registrato una crescita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, scampando di poco una recessione tecnica. Ma è solo un’illusione ottica: dietro questa crescita esigua si nasconde un’economia stagnante, ancora lontana dai livelli pre-pandemia e con prospettive sempre più incerte per il futuro.
Le nuove stime sul PIL tedesco non sono particolarmente incoraggianti. Dopo una contrazione dello 0,3% nel secondo trimestre, il leggero rimbalzo estivo non rappresenta un segnale di ripresa, ma piuttosto il simbolo di un’economia che arranca. A peggiorare il quadro c'è il lieve incremento del PIL che è stato sostenuto quasi esclusivamente dai consumi privati e dall’accumulo di scorte, mentre esportazioni nette e investimenti hanno frenato la crescita. Questo significa che, una volta esaurito il contributo delle scorte, la situazione potrebbe diventare ancora più insidiosa.
Anche i dati del PMI manifatturiero e soprattutto dei servizi non hanno per nulla convinto gli investitori. Quest'ultimo è ufficialmente in territorio di contrazione economica (sotto 50 punti) per la prima volta da febbraio 2024, segnale che non c'è alcuno spiraglio per una ripresa economica nel breve periodo. Anche il resto d'Europa non se la passa meglio confermando le contrazioni anche in Francia e nella media dell'Eurozona.
Germania: il peso di una crisi ciclica e strutturale
Il rallentamento della Germania non è una novità e ha radici profonde. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno accelerato problemi già esistenti, ma non sono le cause principali della crisi. Il modello economico tedesco, fondato su energia a basso costo e un accesso privilegiato ai mercati globali, sta mostrando tutte le sue crepe in un mondo totalmente cambiato. La Cina è diventata il nuovo gigante manifatturiero globale, mentre la Germania, un tempo locomotiva economica dell’Europa, sembra arrancare sotto il peso delle sue stesse debolezze.
Ristrutturazioni aziendali, un aumento delle insolvenze e la caduta del governo federale sono segnali di un sistema che necessita di un profondo rinnovamento. Dopo quattro anni di stagnazione, il Paese sembra aver perso la sua spinta propulsiva.
Un inverno rigido all’orizzonte
Guardando avanti, il futuro appare tutt’altro che roseo. Le politiche economiche della nuova amministrazione statunitense, con possibili dazi o riforme fiscali mirate a rafforzare la competitività interna, rischiano di penalizzare ulteriormente la Germania. L’incertezza politica interna, conseguenza della recente crisi di governo, aggiunge un ulteriore carico sulle spalle dell’economia.
Eppure, qualche spiraglio di speranza potrebbe arrivare dal prossimo esecutivo. Una nuova leadership potrebbe finalmente spezzare la paralisi politica che ha soffocato il Paese negli ultimi anni, avviando quelle riforme tanto necessarie: dalla deregolamentazione alla riduzione delle imposte, dagli investimenti nelle infrastrutture alla digitalizzazione e all’istruzione. Tuttavia, realizzare questi interventi senza infrangere il rigido vincolo del freno all’indebitamento appare come una sfida quasi impossibile.
Anche se la recessione estiva è stata evitata, l’inverno potrebbe essere più severo del previsto. A lungo termine, il destino economico della Germania dipenderà dalla capacità del nuovo governo di reinventare il modello economico del paese e di affrontare con decisione le sfide globali. Senza un cambio di rotta, la locomotiva d’Europa rischia di restare ferma ai box, mentre altri paesi accelerano.
Eur/Usd fa segnare nuovi minimi. Cosa fare adesso?
La situazione in Europa non è delle migliori ed infatti il grafico di Euro/Dollaro ne è il riassunto perfetto. Fase laterale di 2 anni e proprio stamattina abbiamo fatto segnare nuovi minimi annuali grazie ad una forza ribassista incredibile con un -7% in soli 2 mesi. Vediamo come poter sfruttare la situazione tramite un trade a leva 1:30 grazie al broker Trive.
Dal punto di vista tecnico quella di stamattina è una rottura strutturale ribassista a tutti gli effetti, quindi la rispetteremo e la nostra analisi partirà proprio da questo segnale. Tralasciando la forte volatilità del momento, attenderemo settimana prossima per avere dei movimenti più chiari e dei re-test del livello di rottura di 1,0448$.
Se questo livello dovesse mantenere e non dovesse essere recuperato in tempi brevi, opteremo per uno "short" di continuazione fino ai target 1,0210$ e 1,0100$.
Trattandosi di un'analisi basata su timeframe settimanale, l'orizzonte temporale sarà ampio e lo stop loss sarà piazzato dietro il massimo dell'ultima candela settimanale (in questo caso 1,0620$).
Pare che, come precedentemente annunciato da gran parte degli analisti di settore, la parità sul cambio EUR/USD sia ad un passo.
Disclaimer: File MadMar