Il CPI (Consumer Price Index), l'indice che misura l'andamento dell'inflazione USA, ha lasciato l'amaro in bocca agli operatori, scatenando vendite sui principali indici americani e sull'oro. I dati non sono particolarmente piaciuti perchè l'inflazione si è mostrata più alta del previsto. Il Dollaro americano si è rafforzato notevolmente e l'Euro potrebbe soffrirne. Scopriamo come fare trading su EUR/USD con l'analisi tecnica e volumetrica.
Inflazione USA: preoccupa il dato "Supercore"
La tabella qui sopra riporta i dati dell'inflazione pubblicati ieri 13 febbraio alle 14:30. Agli operatori non è piaciuta affatto la componente "Core" (escluso cibo ed energetici) ancora ferma al 3,9%. Anche la headline dell'inflazione USA ha deluso le attese - fissate al 2,9% - passando da 3,4 al 3,1%.
Quello che ne è emerso è un'inflazione ancora troppo appiccicosa (sticky) che potrebbe essere davvero dura da abbattere, ponendo in una posizione difficile la FED (Federal Reserve Bank) che tra un mese si esprimerà sui tassi di interesse in occasione della riunione del FOMC (Federal Open Market Committee) del 20 marzo.
Per rendere meglio l'idea di quanto sia appiccicosa l'inflazione USA, qui sopra è riportato un grafico del CPI medio degli ultimi 3 mesi annualizzato. La linea in blu rappresenta l'inflazione Core, in netta risalita al 4%, mentre la linea in verde rappresenta l'inflazione Core dei servizi esclusa la componente alloggi che, al 6,8%, è ben oltre il 5,5% del costo del denaro fissato dalla FED.
La situazione appena descritta viene visualizzata ancor meglio nell'istogramma qui in alto facente riferimento all'inflazione "Supercore" (escluso energetici, cibo e alloggi) che è la componente più dura da buttar giù per la Banca Centrale.
L'ultimo dato di questa componente mostra un aumento dello 0,85% su base mensile con servizi sanitari e trasporti che hanno riscontrato l'aumento maggiore. Questo aspetto è fondamentale ed andrà monitorato anche nei prossimi mesi poichè è l'incremento mensile più alto da inizio 2022 (picco massimo dell'inflazione) e quindi potrebbe essere soltanto l'inizio di un nuovo aumento generale dei prezzi.
In questo contesto e con questi numeri del CPI alla mano, il Dollaro americano ne esce estremamente forte a discapito di tutte le altre valute, in particolar modo l'Euro.
Analizziamo quindi il cambio valutario EUR/USD individuando i migliori livelli operativi per le nostre operazioni di trading.
EUR/USD: come operare dopo i dati USA
La situazione su EUR/USD è molto chiara e tutto quello che resta da fare è capire quali potrebbero essere i migliori livelli di ingresso per un trade short. Il livello di 1,0730$ rappresentava l'ultimo vero supporto per il prezzo e quindi l'ultima speranza per dei possibili rimbalzi tecnici. Il dato dell'inflazione di ieri ha tagliato questo livello come il burro, confermando la rottura con una chiusura giornaliera.
Il nuovo indicatore Biz Forex Strenght disponibile solo sul broker Kimura Trading ci viene in aiuto per capire e confermare la nostra visione di Dollaro forte ed Euro debole su timeframe H4. Faremo trading su EUR/USD tramite CFD offerti proprio dal broker Kimura Trading sopra menzionato, grazie al quale possiamo ottenere spread molto bassi.
La candela di ieri in seguito ai dati dell'inflazione di ieri, ha lasciato dei vuoti volumetrici interessanti che il prezzo potrebbe andare a mitigare e ritestare quanto prima. Valuteremo ingressi short solo e soltanto dopo un ritorno in area 1,0750-1,0730 con le dovute conferme price action e di rifiuto strutturale.
Si valuterà quind un ingresso proprio nell'area sopra citata con uno stop loss da piazzare ad 1,0760$ in ottica intraday oppure a 1,0800$ per un trade multiday. I target migliori per la nostra operazione su EUR/USD sono 1,0670$ e 1,0550$ che rappresentano le ex aree di accumulazione di inizio novembre 2023.
È possibile valutare sia un ingresso leggermente più aggressivo per un'operazione rapida in intraday sia un ingresso più cauto con orizzonte temporale più ampio (multiday).