L'indice Nikkei 225 ha praticamente raggiunto i massimi storici a quota 38.957 punti risalenti al dicembre 1989. Questo avviene in concomitanza con l'ufficializzazione di quella recessione tecnica giapponese (due trimestri negativi consecutivi per il PIL) che ha permesso alla Germania di supuerare il Sol Levante e di diventare terza economia maggiore del mondo. Analizziamo l'indice Nikkei 225 cercando di capire quali sono i migliori livelli chiave da considerare.
Pil in rosso per due trimestri consecutivi: Giappone in recessione tecnica
Dopo il secondo trimestre di fila chiuso in negativo per il PIL, il Giappone è entrato ufficialmente in recessione tecnica. Come mostrato dal grafico qui in alto, al -0,8% del Q3 2023 ne è susseguito un -0,1% del Q4 2023, confermando di fatto la decrescita economica degli ultimi 6 mesi.
Il caso del Giappone è singolare perchè possiamo tranquillamente definirlo come il più importante esperimento economico della storia a causa dell'ormai ultra ventennale approccio dovish delle politiche monetarie. Il Giappone infatti è dal 1999 che adotta dei tassi di interesse estremamente bassi (mai sopra allo 0,5%) ed addirittura negativi come nel caso attuale.
Un approccio di questo tipo dovrebbe stimolare in maniera forte l'economia, permettendo un accesso al credito quasi immediato e molto conveniente. Nonostante un'inflazione in discesa al 2,6% dal 4,3% di gennaio 2023, l'economia giapponese fa fatica a riprendersi, complice anche un import ancora troppo forte rispetto all'export.
La situazione è molto complessa e richiederà sicuramente degli interventi da parte della Banca Centrale (BoJ, Bank of Japan) che, però, è con le mani legate. Non può permettersi infatti di continuare ad attuare un approccio "dovish", svalutando ulteriormente lo Yen. Gli scenari sono molteplici ed il Giappone affronterà sicuramente delle sfide importanti nei prossimi anni.
Al momento la situazione resta in equilibrio e proprio stamattina il Vicedirettore Generale dell'Ufficio internazionale del Ministero delle Finanze giapponese, Mimura, ha affermato che se dovessero esserci problemi per lo Yen sarà possibile "vendere obbligazioni o valute estere per intervenire sul mercato valutario", facendo chiaramente riferimento all'enorme quantità di treasury USA detenuti dalla BoJ (il secondo detentore al mondo dopo gli Stati Uniti).
Massimi storici per la Borsa di Tokyo, Nikkei 225 verso i 39 mila punti
Nonostante la recessione ed i problemi macroeconomici, il Nikkei 225 è ad un passo dai massimi storici poco sotto la soglia dei 39.000 punti segnati nel 1989 in piena bolla finanziaria. Dai quei massimi il Nikkei, con un crollo quasi verticale, ha perso quasi il 75% nei 10-15 anni successivi. Da inizio 2024 siamo già ad una crescita superiore al 15%, ben al di sopra di altri indici mondiali come S&P 500 e Nasdaq 100.
I massimi storici attuali sono stati possibili soprattutto per l'enorme svalutazione dello Yen che, soltanto negli ultimi 3 anni, ha perso oltre il 45% nei confronti del Dollaro americano. C'è da dire che all'epoca il boom dei prezzi era sostenuto da un effetto ricchezza (Wealth Effect) senza precedenti causato principalmente dall'incredibile rivalutazione del settore immobiliare (in alcune aree ci furono aumenti di quasi il triplo).
La situazione attuale invece è più incentrata sull'aumento dei prezzi e dei consumi nel settore dei servizi che sono quindi molto più marginali rispetto al totale della spesa dei consumatori e non impattano in maniera significativa come fu per l'immobiliare nel 1989. Inoltre la BoJ di certo non vorrà commettere gli stessi errori del passato e non sottovaluterà la situazione come nel passato.
Un altro fattore chiave che potrebbe spiegare questa crescita quasi immotivata del Nikkei 225 è il programma NISA iniziato nel 2014 per dare nuvova linfa all'azionario giapponese che risultò stagnante per oltre 20 anni. Il programma prevede l'introduzione del 20% di sconto sulle tasse per tutti i cittadini che intendono investire in mercati finanziari (sia esteri che locali). Le cifre massime di partecipazione (fissate a 8.000$ annui per cittadino nel 2014) sono state quasi triplicate nel corso degli anni, portando ad un'iniezione di liquidità di oltre 320 miliardi di dollari dalla sua introduzione.
Proprio stamattina il ministro delle finanze giapponese ha dichiarato che "Il NISA causerà soltanto un ulteriore svalutazione dello Yen" e fuga di capitali solo verso l'azionario e non nell'economia reale. Fin dove vorranno spingersi il governo giapponese e la Bank of Japan? I prossimi mesi saranno cruciali per il futuro del paese.
Trading sul Nikkei 225 e livelli operativi
I livelli operativi dell'analisi odierna sono presi dallo strumento CFD offerto dal broker Kimura Trading, utilizzato per ottimizzare l'operatività di trading per l'enorme facilità di utilizzo e commissioni nulle.
Per ciò che abbiamo detto, vista ancora la situazione di equilibrio, riteniamo che il principale indice di riferimento giapponese, il Nikkei 225, possa continuare la risalita superando gli ex massimi storici a 39.000 punti.
Il grafico mostra le uniche due zone (in viola) dove sarà sensato valutare dei long. La prima zona compresa tra 37.000 e 36.000 punti è da valutare in ottica di breve periodo, mentre la seconda zona tra 34.000 e 32.000 punti sarà valutata per operazioni di più ampio respiro. Infatti l'analisi si basa su timeframe settimanale ed avrà un approccio più cauto e diluito nel tempo.
Per entrambe le operazioni gli stop loss sono da posizionare poco al di sotto delle aree di riferimento precedentemente mostrate ed i target saranno da valutare in base alla price action. Vedendo la forte instabilità del paese, si può piazzare un target ad un rapporto rischio/rendimento contenuto, dell'ordine di 1:1,5 o massimo 1:2.
L'ottica di trade sul Nikkei 225 è di adottare un approccio molto conservativo proprio a causa delle enormi difficoltà ed incertezze sopra descritte.