Gli indici americani sono infermabili e continuano a macinare massimi su massimi storici ma potremmo essere molto vicini ad una svolta interessante, soprattutto sul Dow Jones Industrial. Capiremo come fare trading sul Dow Jones e per quali motivi.
Indici USA: analisi tecnica Dow Jones
Il Dow Jones ha raggiunto nuovi massimi storici pochi giorni fa sfiorando l'area dei 39.000 punti, per cui l'analisi odierna terrà sempre conto del fatto che il trend principale è fortemente rialzista e che si sta puntando a cogliere un ritracciamento ribassista di medio termine. Inoltre i livelli operativi fanno riferimento allo strumento CFD "US 30" presente nella piattaforma Kimura Trading che ci permette di non avere scadenze con spread molto contenuti.
Consideriamo la struttura creatasi tra il 30 gennaio ed il 12 febbraio sull'indice industriale USA. Questa enorme figura tecnica su timeframe H4 è facilmente riconducibile ad una struttura distributiva di Wyckoff con l'ultima fase di "spring" creatasi proprio tre giorni fa con l'ultimo massimo storico registrato. Subito dopo ne è scaturito un -2% in seguito al rilascio dell'inflazione negli Stati Uniti molto più "appiccicosa" del previsto.
L'ultimo tassello che mancherebbe è la rottura strutturale ribassista del livello di 38.100 punti che è stato semplicemente testato una sola volta con un rapido assorbimento senza alcuna accettazione ribassista.
Attenzione alle divergenze: come leggere l'indicatore Wyckoff e Speed
Per avere ulteriori conferme della nostra analisi, sfrutteremo gli indicatori Wyckoff e Speed presenti nel Forecaster Terminal.
Prima di tutto, per confermare la formazione della struttura di Wyckoff precedentemente citata, analizziamo l'indicatore in alto che ci mostra palesemente una divergenza significativa tra minimi e massimi crescenti del prezzo e decrescenti invece sull'indicatore, segnale che quella in atto è una fase distributiva. Inoltre il livello 12 rappresenta statisticamente un massimo sul Dow Jones, ulteriore conferma che potremmo essere molto vicini ad un top di periodo.
Anche l'indicatore Speed, che indica la "forza" con la quale un trend si sviluppa, conferma la nostra analisi. Entrambi gli strumenti ci stanno dicendo che gli ultimi rialzi sull'indice americano Dow Jones potrebbero non essere realmente sostenuti dalla partecipazione del mercato, per cui sarà molto interessante cominciare a ragionare in ottica di possibile inversione di trend di breve termine.
Il tutto è ulteriormente confermato dall'analisi stagionale che, storicamente, vede un netto ribasso degli indici USA da metà febbraio a fine marzo con un ritorno medio per gli short di circa il +12% negli ultimi cinque, sette e dieci anni, in totale contrasto rispetto al solo +2% medio per i long.
Come operare sul Dow Jones e quali sono i livelli operativi
Riassumendo interamente l'analisi appena effettuata divisa tra tecnica, strutturale e volumetrica, valuteremo trade short sul Dow Jones con le opportune precauzioni ed attenzioni del caso, trattandosi di un trend ancora fortemente rialzista di lungo periodo. Valuteremo un ingresso a 38.600 punti e dintorni, nei pressi dell'enorme vuoto volumetrico creatosi proprio durante il rilascio dei dati dell'inflazione americana del 13 febbraio, solo e soltanto qualora il prezzo rifiuterà nettamente la zona.
Lo stop loss è da piazzare obbligatoriamente al di sopra dell'ultimo massimo a 39.000 punti o, in alternativa, per trade intraday si può tentare un approccio leggermente più aggressivo con uno stop a 38.750-38.800 punti. I target, essendo un ritracciamento di un macro trend più ampio, saranno contenuti, con rischio/rendimento di 1:2 in area 37.800 punti e di 1:3 in zona 37.400 punti.
L'analisi odierna è adattabile anche agli altri due indici americani S&P 500 e Nasdaq che si presentano nettamente più forti del Dow Jones e quindi non ci forniscono la miglior scelta ribassista possibile al momento.