Dopo aver superato i 123.000 $ lunedì scorso, il Bitcoin si mantiene sopra i 118.000 $. Il rally – +26% da inizio anno – è stato alimentato da un massiccio "short squeeze" e da flussi record sugli ETF spot, con quasi 800 milioni immessi in un solo giorno.
Ma cosa è successo per provocare questa situazione? Oltre dieci giorni fa, tra il 10 e l’11 luglio si è verificata la più imponente liquidazione di posizioni ribassiste mai registrata, pari a oltre 655 milioni di dollari. Poi, all’alba di lunedì, con il Bitcoin in zona 120.000 dollari, è arrivata un'altra massiccia liquidazione di posizioni ribassiste (oltre 450 milioni) e, aggiungendo i circa 400 milioni liquidati il 9 luglio, il totale si è attestato a circa 1,4 milioni di dollari, determinando il più grande "short squeeze" nella storia del Bitcoin.
Eppure c’era fondata paura di una caduta delle quotazioni considerando che due portafogli dormienti sin dai primi giorni della rete sono improvvisamente tornati in vita il 4 luglio 2025 trasferendo un totale di 20.000 BTC, attualmente del valore di oltre 2 miliardi di dollari (dati ottenuti dalla blockchain).
Sempre secondo i dati in arrivo dalla blockchain, uno dei portafogli è stato creato il 3 aprile 2011, quando il prezzo del Bitcoin era di appena 0,78 dollari (con 8 mila dollari di investimento vennero acquistati 10.000 BTC che oggi presentano un valore immenso).
Ethereum non si ferma: +50% a luglio e afflussi record
Anche Ethereum vive giorni di positivo fermento: un breakout tecnico che ha fatto registrare massimi a 7 mesi, afflussi record sugli ETF e crescita del mining istituzionale hanno permesso alla seconda cripto per capitalizzazione di segnare un incremento di quasi il 50% nel mese di luglio.
La forza del sottostante è manifestata anche da BlackRock, il più grande asset manager al mondo che, attraverso una richiesta presentata alla SEC, ha ufficialmente proposto l’aggiunta dello staking al proprio iShares Ethereum Trust (ETHA), l’ETF che replica l’andamento di Ethereum, con l’obiettivo di consentire al fondo di generare un rendimento annuale del 3% utilizzando l’Ether nel wallet per partecipare alla Proof-of-Stake (PoS) della rete Ethereum.
Se approvata, questa sarebbe la prima volta che un ETF regolamentato negli Stati Uniti integra lo staking, segnando una svolta epocale nella convergenza tra finanza tradizionale e DeFi.
A livello di prezzi, se Bitcoin ha raggiunto il suo ATH, Ethereum deve crescere - per raggiungere il suo massimo storico in zona 4.800 dollari - di circa il 35% dai valori attuali posizionati in zona 3.600 dollari. Nell’ultimo mese la crescita è stata inarrestabile con una performance del +56% e con volumi importanti, per cui ci sono tutte le premesse per una continuazione del trend.
USA, il Clarity Act fa chiarezza: cosa cambia per le cripto
E in questo momento che - con il rally delle ultime ore, il Bitcoin conquista il quinto posto nella classifica globale degli asset per capitalizzazione di mercato – si è svolta negli Stati Uniti la cosiddetta Crypto Week per esaminare varie proposte di regolamentazione della crypto attività, la House of Representatives ha approvato settimana scorsa il Digital Asset Market Clarity Act (Clarity Act) con un voto favorevole di 294 a 134.
Il provvedimento chiarisce quali asset digitali sono regolati dall’agenzia SEC o dalla CFTC, senza che ci sia la possibilità per le agenzie federali di sfruttare vuoti legislativi per cercare di imporre regole tramite i tribunali e offre definizioni più precise (es. “blockchain mature” come Bitcoin ed Ethereum).
Ora toccherà al Senato dare l’approvazione definitiva, con la votazione che dovrebbe essere favorevole considerata l’ampia maggioranza pro-cripto sulla quale il governo può fare affidamento nella Camera Alta.
Il 18 luglio scorso, il Presidente Donald Trump ha firmato il GENIUS Act alla Casa Bianca. Si tratta della prima normativa federale mirata alle stablecoin, che impone copertura al 100% con dollari o titoli del Tesoro, audit mensili e trasparenza sulle riserve.
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