Nelle ultime settimane il
Bitcoin ha ritracciato energicamente nel mercato delle criptovalute, alimentando il sospetto che il rally che lo aveva condotto al massimo storico di 73.740 dollari a marzo si sia esaurito. Dopo che a inizio giugno si erano posizionate nei pressi di 72.000 dollari, avvicinandosi ai top di tre mesi prima, le quotazioni del
Bitcoin hanno intrapreso la strada della discesa e da qualche giorno si sono stabilizzate al di sotto di quota 60.000 dollari.
Il ribasso dei prezzi è spiegato principalmente dalle vendite dei trader nella prospettiva che le liquidazioni, a partire da questo mese, dell'exchange giapponese Mt-Gox, con il trasferimento di Bitcoin al portafoglio dei creditori a seguito del fallimento del 2014, porti questi ultimi a vendere le monete ricevute. Dieci anni fa in media i clienti di Mt-Gox hanno acquistato BTC a circa 600 dollari e si sono visti i loro asset intrappolati fino a oggi; è più che ragionevole pensare che con un valore attuale di Bitcoin di quasi 100 volte di più, molti monetizzino quello che è stato l'investimento della loro vita.
L'
halving di aprile poi non ha portato i benefici sperati. Con il dimezzamento,
gli estrattori ricevono una ricompensa minore nel loro processo di mining ma, tenuto conto degli elevati costi energetici che devono sostenere, si vedono costretti a vendere parte dei Bitcoin che hanno in portafoglio per coprire le spese.
Bitcoin: ecco alcuni segnali ribassisti
C'è un segnale inquietante a livello grafico che indica una difficoltà del Bitcoin a ritornare almeno per quest'anno al suo record storico. Si tratta dell'indicatore
Bitcoin Profit and Loss Index di CryptoQuant, che definisce la probabilità di realizzare un profitto (o una perdita) in un dato momento. Attualmente,
il parametro viaggia intorno alla propria media mobile a 365 giorni, una soglia chiave che separa un mercato rialzista da uno ribassista. Se dovesse rompere questo livello dinamico al ribasso, ci potrebbero essere
ritracciamenti significativi per i prezzi, esattamente come avvenuto tra maggio e luglio e tra novembre e dicembre del 2021.
Un dato più confortante è che, come rileva CryptoQuant, le "balene" che investono in Bitcoin hanno aumentato le loro partecipazioni durante la recente tendenza al ribasso. Ad esempio, nell'ultimo mese hanno accresciuto le loro quote del 6,3%, il tasso più veloce da aprile 2023.
Questo potrebbe compensare questa tendenza ribassista, ma c'è un altro vento contrario con cui fare i conti. Solitamente i recuperi storici sono attribuiti a un aumento della liquidità delle stablecoin, però questo non sta avvenendo. "La liquidità delle stablecoin non sta ancora accelerando, una condizione necessaria per un rally dei prezzi", ha riferito Julio Moreno, capo della ricerca di CryptoQuant. "Sebbene ci sia un certo movimento positivo nel mercato delle stablecoin attraverso USD Coin, la mancanza di una crescita corrispondente della capitalizzazione di mercato di USDT (Tether) potrebbe ritardare o smorzare il potenziale per un significativo rally del prezzo di Bitcoin".