Ad inizio settimana i mercati cripto hanno registrato un forte sell-off sulle Altcoin con movimenti pronunciati in diversi progetti di medio-piccola capitalizzazione, mentre Bitcoin ed Ethereum si sono mossi in modo più contenuto, ma in lieve pressione. Questo evento va letto congiuntamente ai deflussi dagli ETF registrati nelle settimane precedenti che spiega molto di ciò che abbiamo visto sul mercato. 
 
 
La pressione sui grandi asset si trasmette alle Altcoin  
A fine ottobre i prodotti ETP/ETF cripto hanno mostrato deflussi significativi in più giornate: report elaborati da CoinShares hanno evidenziato ondate di outflows dopo la “liquidity cascade” di inizio ottobre, con picchi di movimenti netti nell’ordine di centinaia di milioni. Sia gli ETF su Bitcoin sia quelli su Ethereum hanno registrato capitali importanti in uscita nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì. È la tre giorni successiva al discorso di Jerome Powell post FOMC e post decisione di tagliare i tassi di 25 punti base. 
Nei giorni immediatamente successivi a quei deflussi i volumi sono rimasti altalenanti e la volatilità intraday si è ridotta durante il weekend, un segnale di mercato in “attesa” che ad inizio settimana ha accusato il colpo più forte con settori specifici (ad esempio i token legati all’AI e i progetti a bassa liquidità) i quali sono scesi con movimenti a doppia cifra, amplificati dalla scarsa profondità order-book sul mercato spot e dei derivati.
I riscatti sugli ETF spot richiedono vendite di sottostante o operazioni di arbitraggio che aumentano l’offerta di BTC/ETH sul mercato. Anche se i flussi riguardano soprattutto BTC/ETH, la pressione sui grandi asset si trasmette alle Altcoin per via della leva e del sentiment e, le vendite spot possono causare liquidazioni su futures e liquidazioni di posizioni a leva che innalzano la volatilità e spingono gli operatori a disimpegnarsi anche su progetti meno liquidi.
 
Fonte: Investire.biz
Questo processo è particolarmente pericoloso per le Altcoin che hanno book sottili e spiega le discese del 9% per Solana e Cardano e di oltre il 12% per Polkadot.
 
 
Ecco perchè il crollo si è concentrato sulle Altcoin
La volatilità bassa durante il weekend è stata sintomatica di quello che sarebbe successo e ha rappresentato un prodromo della ridotta attività dei market maker e di un accumulo di ordini in sospeso. Ciò significa che, quando riparte la settimana, anche un flusso moderato di vendite incontra poca profondità e produce movimenti più ampi.
Nella sostanza, il mercato sembrava “calmo”, ma il book era sottile e questo rappresentava una condizione ideale per movimenti accentuati il primo giorno utile di trading. Questo spiega perché il crollo è stato concentrato sulle Altcoin, dove la liquidity gap è più marcata.
Se la settimana vedesse ulteriori deflussi significativi, il processo di rotazione si prolungherebbe con i supporti tecnici di molte Altcoin che verrebbero testati e potrebbero produrre nuove liquidazioni forzate. Attenzione all’indice della paura/avidità che è in pieno territorio “paura” (a 36). 
Altra dinamica che potremmo vedere è quella che il capitale esce dalle Altcoin ma si sposta su BTC/ETH (o stablecoin) come “porto sicuro” intra-cripto. Questo riduce la capitalizzazione totale delle Altcoin ma sostiene core assets. È la dinamica che spesso segue fasi di panico selettivo.
Un’inversione dei deflussi o il ritorno di acquisti istituzionali potrebbe produrre un rimbalzo rapido; se invece i deflussi dovessero persistere la fase di stress potrebbe durare più giorni o settimane.
 
 
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