Il mercato cripto ha subito una forte ondata di vendite venerdì, innescata da nuove tensioni tariffarie tra USA e Cina. Trump ha annunciato tariffe al 100% su prodotti tecnologici cinesi, generando panico e avversione al rischio. Non solo vendite, ma la giornata sarà ricordata come quella delle liquidazioni: diverse fonti stimano liquidazioni aggregate tra circa 9–19 miliardi di dollari in 24 ore, con cadute significative sui principali token.
L’innesco diretto è stato il rilancio di tensioni geopolitiche/ commerciali dopo l’annuncio di misure tariffarie statunitensi verso la Cina, che ha scatenato avversione al rischio globale e prese di profitto nei mercati a leva.
In parallelo, gli ETF spot su Bitcoin hanno continuato a vedere flussi rilevanti nell’ultimo mese, e alcuni grandi asset manager (tra cui BlackRock) sono risultati attivi in acquisti on-chain durante i ribassi, ma le cifre esatte circolate sui social vanno verificate con attenzione. Le altcoin hanno sofferto più di Bitcoin, infatti la caduta sul mercato “non Bitcoin / non ETH / stablecoin” è stata significativamente più pronunciata.
Criptovalute: le tensioni USA-Cina spingono le vendite
L’annuncio di dazi e di controlli sulle esportazioni verso la Cina ha improvvisamente ricollocato il posizionamento degli investitori: il rischio geopolitico ha spinto le vendite su tech, equities e cripto. I mercati a leva dei derivati hanno amplificato il movimento. I dazi e le minacce di controlli alle esportazioni aumentano il rischio geopolitico, deprimono le aspettative di crescita globale e colpiscono in particolare il comparto tecnologico. Questi fattori spingono liquidità fuori dagli asset più rischiosi tra cui le cripto perché gli operatori riducono le esposizioni volatili.
È risaputo che le cripto spesso agiscono come asset di rischio più che come “bene rifugio” in fasi di stress globale: quindi l’acuirsi delle tensioni tende a produrre vendite immediate, specie se accompagnato da alta leva sui mercati.
Nonostante la volatilità, i dati pubblici mostrano che i Bitcoin spot ETF hanno continuato a registrare afflussi significativi nelle ultime settimane (giornate con miliardi di inflows cumulati in alcuni casi), anche se a volte si verificano giornate con deflussi durante i crolli.
Sulle piattaforme e nei social sono circolate diverse news. Fonti on-chain e alcuni report indicano acquisti rilevanti da parte di BlackRock in più tranche nelle ultime settimane e addirittura di “45.000 BTC comprati durante il calo”, ma i dati non sono confermati da fonti ufficiali e derivano spesso da post non verificati. È quindi corretto dire che BlackRock e altri grandi gestori hanno accumulato Bitcoin, ma le dimensioni precise degli acquisti durante il flash crash vanno verificate con i report dei custodi/ETF e con i dati on-chain pubblici.
Attenzione alle notizie dal fronte commerciale
Il mercato ha successivamente reagito grazie a dichiarazioni più concilianti provenienti da entrambe le parti; infatti, tanto gli Stati Uniti quanto la Cina, hanno cercato di ridurre le tensioni inerenti l’escalation tariffaria. Questo, secondo gli analisti, ha contribuito a smorzare il panico iniziale. Ad esempio, la Cina ha chiarito che i controlli sull’export di terre rare non sono divieti totali e che alcune licenze continueranno a essere concesse.
Dall’altro lato, Trump ha postato su Truth Social che "vuole aiutare la Cina, non danneggiarla". Una retorica che ha mitigato la percezione del conflitto, mentre il vicepresidente J.D. Vance ha rilasciato dichiarazioni improntate a una maggiore distensione nei rapporti commerciali con la Cina, indicando una posizione in verità molto più morbida per quanto riguarda i futuri rapporti commerciali tra i due Paesi.
Le principali cripto hanno tentato una reazione: Bitcoin ed Ethereum mostrano segni di recupero rispetto ai minimi di venerdì, ma il rimbalzo non cancella il danno provocato e la più grande liquidazione della storia del settore è stata consegnata ai posteri (20 miliardi per difetto), con oltre 10 volte di valore in dollari liquidato rispetto ai crolli avvenuti durante il collasso di FTX nel 2022 o durante il tracollo dei mercati globali durante il Covid.
Secondo le informazioni di dominio pubblico, la capitalizzazione totale del mercato cripto si mantiene elevata e ha avuto un calo relativamente modesto nelle ultime 24 ore (–0,78% nel dato citato). Alcune criptovalute minori (altcoin) mostrano performance migliori nella giornata, beneficiando di speculazioni tattiche.
Nei prossimi giorni se i flussi ETF dovessero riprendere, gli acquisti on-chain degli istituzionali potrebbero assorbire le vendite spot, soprattutto se le riserve sugli exchange dovessero continuare a calare. In questo caso, il mercato potrebbe riprendere la salita. Al contrario i timori macro di escalation tariffaria potrebbero portare il mercato dall’altra parte e dar luogo a nuove vendite, soprattutto se unite a deflussi dagli ETF. La situazione è delicata.
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