I recenti massimi del Bitcoin e il grande fermento che si respira attorno ad Ethereum trovano nei player della finanza tradizionale dei grandi alleati: JP Morgan osserva una fase di forte crescita dei flussi in entrata verso le criptovalute, che raggiungono 60 miliardi di dollari da inizio anno, e segnala come il settore stia superando equity e private equity.
In un recente report, gli analisti guidati da Nikolaos Panigirtzoglou segnalano come il Bitcoin stia emergendo come vincitore nella sfida contro l’oro: tra metà aprile e fine giugno, il BTC ha guadagnato circa il 18%, mentre l’oro ha perso quasi l’8%.
JP Morgan prevede che questa competizione proseguirà anche in autunno, e mantiene una spinta rialzista sul Bitcoin trainata da fattori specifici del settore crypto come ETF spot, crescente coinvolgimento istituzionale e maturazione dei mercati derivati crypto.
JP Morgan: in arrivo prestiti garantiti da criptovalute?
Ma JP Morgan non si limita a guardare passivamente al fenomeno crypto, ma addirittura, secondo quanto riportato dal Financial Times, starebbe valutando l'offerta di prestiti garantiti da criptovalute, inclusi Bitcoin ed Ethereum, a partire dal 2026. Questa mossa rappresenterebbe un passo significativo nella strategia del gruppo, che finora accettava solo collaterali derivati da ETF legati a Bitcoin, come l’iShares Bitcoin Trust di BlackRock.
Alla base di questa opportunità troviamo la volontà di rispondere all’esigenza dei clienti di ottenere liquidità restando investiti in criptovalute, senza cedere i propri asset. Saranno valutate le crypto holdings nel calcolo del patrimonio netto e della capacità di prestito, analogamente ad altri beni come azioni o immobili.
Sembrano passati secoli quando il CEO della Banca, Jamie Dimon, avversava in tutti i modi Bitcoin (definito addirittura una "frode decentralizzata"), ma il tempo - o più presumibilmente la volontà di non restare fuori da un business davvero immenso - lo hanno portato a dichiarare che “il mercato si evolve e che il gruppo non può ignorare le opportunità del settore crypto”.
Bitcoin: i prezzi hanno retto alle vendite della balena
Le quotazioni di settimana scorsa hanno visto una brusca caduta dopo le salite dei giorni precedenti: nella seduta del 24 luglio, il mercato delle criptovalute ha registrato un ribasso generalizzato, con la market cap scesa sotto i 4 trilioni di dollari.
Il Bitcoin ha perso il 7% dai massimi registrati il 14 luglio, mentre Ethereum ha perso il 12% ma ha abbondantemente recuperato e superato i recenti massimi avvicinando i 4.000 dollari, che rappresentano livelli che non si vedevano da gennaio 2025.
Tra i motivi della discesa, oltre ad un sano ed atteso ritracciamento, anche il comportamento della balena dormiente da 14 anni che attraverso Galaxy Digital ha trasferito migliaia di BTC verso exchange spot, per la vendita generando liquidazioni per oltre 500 milioni di dollari in meno di 24 ore. Sembra che il grosso delle detenzioni imputabili alla balena sia stato già scaricato e la principale delle cripto ha retto il colpo più che dignitosamente.
Ma le previsioni sono davvero ottimistiche tanto che Citigroup, un altro importante player della finanza istituzionale, ritiene che l’ETF sia il principale propulsore del prezzo di Bitcoin, contribuendo a spiegare circa il 41 % della variazione di valore nel 2025 e lo vede entro fine anno a 135.000 dollari.
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