Coinbase si candida per entrare nel mondo dei futures sulle criptovalute. L'exchange ha presentato ieri domanda alla National Futures Association, Authority USA di regolamentazione dei derivati, per avere accesso come fornitore nel redditizio mercato dei derivati crittografici.
La società guidata da Brian Amstrong non ha comunicato ancora se la stessa richiesta è stata fatta alla Commodity Futures Trading Commission per negoziare futures nei mercati statunitensi, ma per ottenere il disco verde è necessario anche questo passaggio autorizzativo.
Con la CFTC Coinbase ha dovuto sostenere una diatriba che le è costata una multa di 6,5 milioni di dollari, dopo le accuse per aver fornito informazioni false e fuorvianti riguardo le transazioni digitali nella sua piattaforma. Adesso spera che l'approvazione della sua offerta di futures sulle crypto non sia così complicata come successo con la stablecoin USDC, per cui ha subito una minaccia legale esplicita da parte della Security and Exchange Commission.
Futures criptovalute: un mercato in fermento
L'azienda con sede a San Francisco non è la sola entità che ha chiesto l'ingresso nella rete di scambi dei derivati. Già alcuni competitor ne fanno parte come Kraken, Binance e CME Group. Negli ultimi mesi si sono mossi in tale direzione anche exchange come FTX.US che ha acquisito il fornitore dei prodotti derivati LedgerX.
Le banche e le istituzioni finanziarie tradizionali non sono rimaste indietro e stanno provando ad accedere nel complesso mondo delle criptovalute. Citigroup ad esempio sta aspettando il via libera per operare nel Chicago Mercantile Exchange con i futures su bitcoin. Goldman Sachs ha presentato nel mese di maggio un trading desk su futures bitcoin. Mentre JP Morgan dà la possibilità ai suoi clienti istituzionali di trattare fondi crittografici.
Contratti derivati: ancora divieto nel Regno Unito
I derivati crittografici sono prodotti contrassegnati da un altissimo livello di rischio dell'attività sottostante, in quanto le criptovalute sono assets estremamente volatili. Questo ha posto dei problemi di regolamentazione, seppure tali strumenti siano tra i pochi a far parte di un'area che abbia una minima supervisione normativa.
Nel Regno Unito però continuano ad essere vietati per gli investitori al dettaglio. La Financial Conduct Authority si è espressa all'inizio di quest'anno in maniera netta: le attività alle quali sono ancorati i futures sono di difficile valutazione e comprensione per gli operatori che non hanno un certo grado di professionalità.
Il mese scorso lo stesso organo regolamentare ha rilasciato una nota, datata in origine 25 giugno, con la quale affermava che Binance è "incapace di essere supervisionato, quindi espone gli utenti a rischi finanziari". Questo fa pensare che nel territorio di Sua Maestà la strada per il riconoscimento a livelo regolamentare delle criptovalute sia ancora lunga.